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Il lato oscuro secondo Franca Leosini: “In ognuno di noi batte un cuore di tenebra”

Ospite della trasmissione ‘Carta Bianca’, la signora della cronaca nera italiana, si è messa per una volta dalla parte dell’intervistato svelando i retroscena di alcune delle sue interviste più famose. “Con Pino Pelosi ci vedevamo nei bar di periferia come due amanti”. “Il killer che mi ha colpito di più? Mario Mariolini”.
A cura di Angela Marino
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Franca Leosini, la signora della cronaca nera italiana, si è messa per una volta dalla parte dell'intervistato e si è raccontata a Bianca Berlinguer nel corso della puntata del 28 marzo del programma ‘Carta bianca'. Leosini ha svelato alcuni retroscena della sua lunga carriera di autrice e giornalista televisiva in Rai. Un cursus honorum cominciato grazie a una fortunata intervista allo scrittore siciliano Leonardo Sciascia, padre di un certo romanzo noir all'italiana, che la consacrò come promessa della cronaca nera. ‘Direttrice di Cosmopolitan' e firma de ‘L'espresso', Leosini esordì in tv come autrice del programma "Telefono giallo", creatura di Corrado Augias, che avrebbe fatto da apripista a format come "Ombre sul giallo". È "Storie maledette", però, a disegnare la sua figura di garbata indagatrice del lato oscuro che è in ognuno di noi e che in alcuni porta a commettere delitti indicibili. In tailleur e borsetta, Franca Leosini varcava la soglia delle carceri di mezza Italia, intervistando gli autori dei più efferati delitti della storia della nera italiana. La capacità di introspezione  la precisione con cui venivano ricostruiti i fatti grazie a un faticoso lavoro di analisi degli atti giudiziario ne hanno fatto uno dei programmi cult della nera.

"Chi mi ha colpito i più fra i miei intervistati? Sicuramente Mario Mariolini, il ‘collezionista di anoressiche', dalla sua storia è stato tratto un film di Matteo Garrone, così come dalla vicenda dell'omicidio di Domenico Semeraro, Garrone ha tratto il film ‘L'imbalsamatore'. Dalle storie maledette nascono film".  Davanti a Franca Leosini si sono seduti anche killer spietati come Angelo Izzo, autore, nel 1975, insieme a Gianni Guido e Andrea Ghira del cosiddetto massacro del Circeo. Dopo una lunga intervista in cui dichiarava, dal carcere di essersi riabilitato e di essere cambiato, Angelo Izzo fu rimesso in libertà e tornò a uccidere. Vittime della sua furia omicida una madre e sua figlia. "Izzo è una delle poche persone al mondo che sia riuscita a ingannarmi, ero convinta che fosse pentito quando l'ho intervistato in carcere. Dopo il delitto avrebbe dovuto essere ospite di un episodio della mia trasmissione dal titolo ‘L'angelo del male', lui mi invio una lettera che lesse il suo avvocato. ‘Non l'ho ingannata – scrisse – in me quella parte esiste, ma ha prevalso quella omicida'. Con lui avevo scambiato più di 150 lettere, ero convinta fosse pentito".

Chi invece non ha più ucciso dopo aver scontato la condanna è Pino Pelosi, l'unico condannato per l'omicidio del poeta e regista, Pier Paolo Pasolini. "Ho intervistato Pino Pelosi nel 1998 – racconta – era in carcere per l'ennesimo furto. ‘Rubo perché non mi danno lavoro, non mi danno lavoro perché sono l'assassino di Pasolini' – mi disse – glielo trovai io un lavoro e siamo rimasti in contatto". "Nel 2005 io facevo Ombre sul giallo, un'altra trasmissione di cui sono autore e lui mi ha telefonato dicendo ‘voglio dire una cosa solo a te, deve rimanere un segreto'. Io e Pelosi ci siamo visti come due amanti in un bar di periferia. ? le voglio dire quello che realmente è successo, i miei genitori sono morti, ho un figlio piccolo". "l'ho portato più volte in quel bar di periferia perché volevo i nomi: non me li ha detti, ma l'ho portato comunque in video".

Da napoletana, Franca Leosini si è sempre concentrata sulla ricerca di alcune dinamiche che separavano il freddo nord dal caldo sud, in cui, secondo la giornalista i crimini passionali avvengono in minor numero rispetto al Nord.In una città come Napoli un delitto come quello di Erba non si sarebbe mai verificato. A Napoli esiste la solidarietà del vicolo, la vicolerìa. Napoli è una città sfregiata da tanti mali, esiste la paranza dei bambini, la nuova leva della camorra, però c'è un tipo di solidarietà che nelle città del Nord non c'è. A Napoli nessuno vicino potrebbe dar fastidio a un altro perché c'è reciprocità: una vincita all'Enalotto è una gioia di tutti, un dolore è un dolore di tutti".

Eppure Franca Leosini non ha mai tradito una regola: mai intervistare pedofili e serial killer". "Non parlo con i primi perché voglio proteggere i bambini. I secondi, invece, perché sono persone malate. I non professionisti del crimine, persone come me, come tutti, mi interessano: in ognuno di noi batte un cuore di tenebra".

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