Il 46,6% dei giovani italiani vive a casa con i genitori
L'Europa "a due velocità" non è solo quella economica, quella del calcolo del prodotto interno lordo e delle differenze tra Germania e paesi del Sud. Ci sono divari che riguardano anche altri settori, sicuramente figli delle condizioni economiche ma anche di quelle culturali. Parliamo della percentuale di giovani tra i 25 e i 34 anni che vive a casa con i genitori. Nella Penisola scandinava – per esempio – solo un ragazzo su 25 vive ancora insieme ai genitori, mentre in Grecia è il destino di un giovane sue due. Le cifre sono dati aggregati di Eurostat e, inutile nasconderlo, derivano anche dalle condizioni economiche dei paesi presi in esame. Come si può ambire a una vita autonoma con tassi di disoccupazione come quelli di Atene?
Ebbene, lo studio rivela che nell'Europa centrale tra il 10 e il 15% dei giovani vive in casa con i genitori, mentre nei cosiddetti Pigs (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna), viaggiano tra il 30 e il 50 per cento (Italia al 46,6%). I Paesi con il tasso più alto di giovani che vivono con mamma e papà sono a est, con la Slovacchia che segna un 56,6. Più di un giovane su due non si è ancora emancipato. E' evidente come i ragazzi siano costretti a vivere a casa nei paesi dove il Prodotto Interno Lordo è basso, la disoccupazione è più alta e il welfare è a livelli minimi.
Oltre alle condizioni economiche inevitabilmente contano anche quelle culturali, con i paesi cattolici ed ortodossi tradizionalmente più inclini a trattenere i figli in casa, e quelli protestanti maggiormente propensi a "liberarsene" una volta raggiunta la maggiore età. Nel conto, tuttavia, finiscono tutte le tipologie di "giovani": dai disoccupati ai cosiddetti "bamboccioni", passando per i Neet, quelli che non studiano, non sono in formazione e non lavorano. Ma anche in questo caso a influire maggiormente sono le condizioni economiche generali.