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L’Eurogruppo dà l’ok al salvataggio della Grecia: 86 miliardi in tre anni

Dopo il Parlamento ellenico anche l’Eurogruppo ha detto sì al piano di aiuti per Atene in cambio delle misure di austerità.
A cura di Davide Falcioni
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UPDATE: Eurogruppo ha approvato il piano di salvataggio – Dopo il via libera del Parlamento di Atene, anche l'Eurogruppo dà il proprio assenso al piano di salvataggio della Grecia. I ministri delle Finanze della zona Euro infatti in serata hanno raggiunto un accordo durante il vertice in programma a Bruxelles dando il proprio benestare al pacchetto di aiuti che prevede finanziamenti per 86 miliardi di euro in tre anni ad Atene, compresi 25 miliardi per la ricapitalizzazione delle banche, in cambio di dure riforme e tagli alla spesa pubblica. "Abbiamo elogiato il Governo greco per la collaborazione con le istituzioni. Questo è stato molto utile. Si tratta di un pacchetto di riforme ambizioso, che consentirà alla Grecia una crescita sostenibile, un miglioramento della competitività e la salvaguardia dei conti", ha commentato il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Anche il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, si è congratulato per l'accordo spiegando: "Gli ultimi sei mesi sono stati difficili. Insieme abbiamo guardato l'abisso. Ma oggi sono felice di dire che tutte le parti hanno rispettato i loro impegni. La Grecia è e sarà irreversibilmente un membro dell'eurozona. La Commissione Ue sosterrà la Grecia per sviluppare la crescita, l'occupazione, gli investimenti".

UPDATE – Il Parlamento greco ha approvato l'accordo con i creditori internazionali per il terzo salvataggio del paese. Il voto è arrivato dopo una lunga discussione durata tutta la notte. Il primo ministro Tsipras, parlando ai colleghi in aula, ha utilizzato toni drammatici ed avvertito: "Il sì al piano di salvataggio è fondamentale per la Grecia, con un prestito ponte si tornerebbe a una crisi senza fine".

Ha avuto inizio nella notte la sessione plenaria del Parlamento greco chiamato a discutere il disegno di legge contenente le misure dell'accordo raggiunto martedì tra il governo Tsipras e i creditori internazionali per il terzo piano di salvataggio del paese. Secondo il quotidiano ateniese Kathimerini la discussione durerà non meno di 10 ore, quindi l'assemblea sarà in grado di esprimere un voto. La bozza di legge sull'accordo fra la Grecia e i suoi creditori era stata approvata a livello di commissioni parlamentari, adesso la discussione è andata in aula per il voto che potrebbe arrivare nel corso della mattinata, poco prima della riunione dell'Eurogruppo, che dal canto suo avrebbe pronte due carte: un nuovo prestito ponte oppure il salvataggio tramite Esm.

Nel frattempo il Financial Times propone un retroscena su un documento in cui il ministero delle finanze tedesco ‘elenca le sue obiezioni all'intesa' e titola ‘Berlino getta sabbia negli ingranaggi dell'accordo'. Secondo il quotidiano la Germania potrebbe respingere l'accordo, mentre dal canto suo il governo di Berlino rassicura di star sollevando solo "alcune questioni che devono essere valutate in sede di Eurogruppo". Fra queste, la sostenibilità del debito, il ritardo nelle riforme e il ruolo del Fondo Monetario Internazionale. Il documento tedesco ammette che "gran parte" delle riforme richieste lo scorso mese sono state incluse nell'intesa, dalla lotta all'evasione alla concorrenza nel mercato degli affitti per i turisti, sottolineando tuttavia che alcune misure sono state rinviate fino ad ottobre o novembre ed altre "non sono ancora dettagliate". In particolar modo, preoccupa la proposta di rinvio del fondo da 50 miliardi per le privatizzazioni.

Tra i governi della zona Euro inoltre emerge un rapporto in cui si esprimono "forti preoccupazioni" sulla sostenibilità del debito greco. Secondo gli esperti il debito di Atene raggiungerà il 201% del Pil l'anno prossimo per poi scendere al 160% nel 2022 secondo lo scenario "di base". I timori della Unione Europea sulla sostenibilità del debito ellenico mettono sotto pressione la Germania, principale creditore di Atene, affinché approvi misure atte a una sostanziale ristrutturazione del debito greco.

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