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Gli USA confermano: Corea del Nord ha lanciato missile intercontinentale

La replica del Pentagono non si è fatta attendere: lanciati missili ad alta precisione nelle acque territoriali della Corea del Sud.
A cura di Davide Falcioni
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Non si è trattato di una mossa propagandistica: che la Corea del Nord abbia lanciato due giorni fa un missile intercontinentale l'ha confermato lo stesso Pentagono, che in realtà in un primo momento era apparso molto più prudente preferendo effettuare tutte le verifiche necessarie. Nella tarda serata di ieri, tuttavia, i vertici del dipartimento della difesa avevano classificato il lancio del regime di Pyongyang come Icbm (Inter-continental ballistic missile): ciò vuol dire che l'ultima generazione di missili lanciata dal governo nordcoreano potrebbe raggiungere in teoria la costa Ovest degli Stati Uniti, per lo meno l'Alaska.

Secondo gli esperti, infatti, la gittata dei missili testati da Kim Yong un è di 6.700 chilometri, malgrado il test si sia concluso ben prima, entro una distanza dalla base di lancio di 900 chilometri. La potenza delle nuove armi nelle mani della Corea Del Nord rappresenterebbe una svolta: finora infatti il regime aveva sempre affermato di possedere missili nucleari, ma gli Stati Uniti erano relativamente certi che in mancanza di un vettore di lunga gittata tali armi avrebbero rappresentato una minaccia concreta solo per i paesi dell'area, a partire da Corea del Sud e Giappone.

Il test missilistico del regime di Pyongyang dimostra però che potenzialmente vi sarebbe la possibilità di raggiungere, con un missile intercontinentale, la costa statunitense: alla "minaccia" USA e Corea del Sud hanno risposto con un'esercitazione congiunta, lanciando a loro volta missili nelle acque territoriali di Seul: "La precisione dei colpi consente alla nostra alleanza di raggiungere un ampio raggio di bersagli", ha fatto sapere il Pentagono. Nel frattempo però si muove anche la diplomazia, con il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, che ha lanciato un appello ad una "azione globale" contro il regime di Pyongyang. "Ogni Paese – dichiara Tillerson – deve dimostrare che la Corea del Nord subirà delle conseguenze". "Chiunque dia aiuti economici o militari, oppure ospiti lavoratori della Corea del Nord, o eviti di applicare le sanzioni Onu, sta aiutando un regime pericoloso".

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