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Giudici di pace: sciopero di undici giorni contro il Governo

I togati protestano contro i progetti del Ministro della Giustizia Angelino Alfano ed annunciano due settimane di sciopero dal 17 al 28 gennaio.
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L'Unione Nazionale dei Giudici di Pace ha indetto una mobilitazione totale per il mese di gennaio, con la proclamazione di uno sciopero dal 17 al 28 gennaio che di fatto paralizzerà l'attività almeno fino a metà febbraio, con lo slittamento di udienze e conciliazioni che aumenterà la confusione e l'affollamento nelle sedi territoriali. I togati protestano contro il progetto di riforma della magistratura onoraria che il Governo, per mano del Ministro della Giustizia Angelino Alfano, presenterà in Parlamento nelle prossime settimane.

Come comunicato nelle ultime ore, dunque, si tratta di un atto di protesta nei confronti di un Ministro che

"ha proposto al Consiglio dei Ministri un disegno di legge sulla riforma della magistratura onoraria quasi identico a quello già elaborato dal Ministero della Giustizia nel dicembre del 2009, poi ritirato dopo gli scioperi indetti dall'Unione a Dicembre 2009 e Gennaio 2010; questo peggiora la condizione dei giudici di pace perché non assicura la continuità del rapporto e non prevede nessuna forma di copertura previdenziale e assistenziale […] mina l'autonomia dei giudici di pace, sottoposti alla direzione del giudice di appello, previa soppressione dei coordinatori e preannuncia una sensibile riduzione delle indennità, senza risolvere il problema della limitazione della proroga dei termini in scadenza al 31 marzo 2011 che esclude i colleghi il cui terzo mandato scade durante l'anno 2011 […] A prescindere da ogni intervento legislativo, la revisione degli organici rimette in marcia nomine e concorsi. Non occorre un particolare acume per comprendere che lo sciopero di due settimane – dal 17 gennaio – costituira' una delle ultime opportunita' che avremo per far sentire con forza la nostra voce".

Rivendicazioni rilanciate dal segretario nazionale del sindacato dei magistrati Giuseppe Cascini che sottolinea il ruolo "responsabile dei magistrati":

"Abbiamo sempre dato la nostra disponibilita' per trovare una soluzione, quindi ora basta con le accuse di strumentalizzazione che vengono rivolte all'Associazione Nazionale Magistrati. L'Anm ha da tempo indicato le soluzioni possibili per risparmiare tempo e denaro, ma non siamo stati ascoltati. Chi non vuole collaborare non e' la magistratura ma il ministro della Giustizia […] la magistratura si e' limitata a segnalare una situazione gravissima che peraltro avevamo da tempo previsto a dispetto delle ripetute dichiarazioni del ministro della Giustizia Alfano e del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta che annunciavano ingenti investimenti nell'informatica. Noi abbiamo sempre detto che la carenza di fondi di progetti e investimenti non avrebbe consentito di mantenere quelle promesse e i fatti ci stanno dando drammaticamente ragione: non solo non ci sono fondi per l'innovazione tecnologica, ma vengono tagliate anche le poche risorse indispensabili per mantenere in vita quel minimo di progetti informatici, realizzati a macchia di leopardo in alcuni uffici giudiziari solo grazie all'impegno dei magistrati, del personale amministrativo e dell'avvocatura. I tagli piu' gravi per la giustizia non sono solo quelli che riguardano gli investimenti in progetti informatici: mancano progetti per le riforme per il personale. Il personale giudiziario non puo' fare straordinari perche' non ci sono fondi e le udienze non si possono quindi tenere oltre le ore 14 perche' il personale amministrativo ha un divieto di fare lavoro straordinario". [fonte affariitaliani.it]

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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