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Elezioni Portogallo, vince ancora il centrodestra di Coelho: l’austerity funziona?

Nonostante una cura di tagli e austerità ‘lacrime e sangue’, il premier di centrodestra ha vinto le elezioni politiche, sconfiggendo i socialisti, ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta in Parlamento. E c’è subito lo spettro del ritorno alle urne addirittura tra sei mesi.
A cura di Biagio Chiariello
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In molti lo hanno definito un voto in controtendenza. La scelta di non punire quel premier che li ha portati verso il tunnel della crisi con un programma di austerity e tagli ‘lacrime e sangue’, lasciando il Paese in ginocchio: la coalizione Portugal a Frente del primo ministro uscente Pedro Passos Coelho(Partito socialdemocratico e Cds) ha vinto le legislative, arrivando ad un passo dalla maggioranza assoluta in Parlamento. Dopo lo spoglio del 99% delle schede e l'assegnazione di 207 seggi su 230, la coalizione ottiene 98 deputati, contro 79 al Ps guidato da António Costa, 16 al Bloco de Esquerda, il Syriza portoghese guidato da Caterina Martins eMariana Mortágua, e 14 alla Cdu. La maggioranza assoluta è di 116 seggi.

Pessos Coelho ancora premier. Ed ora?

Si apre così un periodo di incertezza politica. Il rischio infatti è quello di un esecutivo di minoranza e di elezioni anticipate nel corso del prossimo anno (per quanto a gennaio si voti per il presidente della Repubblica e quindi un ritorno alle urne sembra un’ipotesi molto azzardata). Passos Coelho ha confermato che intende formare il nuovo governo. Ma l'opposizione, finora profondamente spaccata, è stata concorde sulla ferma resistenza alla designazione di un governo minoritario di centrodestra. “Sarebbe strano che chi abbia vinto le elezioni non possa governare”, ha detto lo stesso premier del Portogallo, “ma è importante riconoscere che il Parlamento è diverso”.

Il Portogallo prova ad uscire dalla crisi

Il Portogallo sta tentando di venir fuori dalla congiuntura economica. Ormai non è più sotto il ‘commissariamento' della troika Fmi-Ue-Bce, ma i segni della crisi sono ancora visibili. Stipendi e pensioni sono stati tagliati, le spese sociali hanno subito una spending revieg, le società pubbliche privatizzate. Un portoghese su cinque vive sotto la soglia della povertà, le mense della Caritas sono perennemente affollate e frequentate anche da professionisti della classe media. Durante i quattro anni di governo Passos Coelho,  la disoccupazione è stata ridotta di circa cinque punti e il deficit dal 7,5 al 3%, ma nonostante questo il debito è aumentato fino al 128,5% del Pil. Tuttavia il peggio sembra essere passato, ed è stato proprio questo il leitmotiv della campagna elettorale del premier uscente: “Meglio non cambiare governo. Immaginate di svegliarvi lunedì con Costa a capo del governo. Sarebbe come tornare indietro”. E alla fine è stato ascoltato.

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