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Elena Ceste: storia di un omicidio premeditato

Elena Ceste, Gip: “Uccisa a letto dal marito, denudata e gettata nel fiume”

Secondo il Gip, Michele Buoninconti avrebbe ucciso Elena Ceste a letto perché la riteneva “una madre e una moglie inadeguata”.
A cura di Antonio Palma
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Elena Ceste è stata uccisa nel letto coniugale, "sorpresa e assassinata dal marito" dopo essersi occupata "della propria igiene personale" e prima ancora di potersi rivestire. È questa la ricostruzione dell'assassinio della donna fatta dal Gip di Torino Giacomo Marson nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Michele Buoninconti, il marito di Elena Ceste arrestato oggi e da sempre unico indagato nell'inchiesta. Per il giudice delle indagini preliminari l'omicidio di Elena Ceste è "ragionevolmente avvenuto per asfissia". Sempre secondo quanto scritto dal Gip nell’ordinanza, l'uccisione e l'occultamento del cadavere della donna "sono stati pressoché contestuali". In pratica, subito dopo essere stata uccisa, Elena Ceste fu denudata dal marito e gettata nel Rio Mersa, il fiume che scorre vicino casa della donna. “Il mancato rinvenimento di brandelli di tessuto, bottoni, fibbie evidenzia che la persona offesa non poteva indossare alcun tipo di abito nel momento in cui il suo corpo è stato immerso nel rigagnolo" ha scritto ancora il giudice, inoltre al momento dell'allontanamento "la vittima non portava certamente gli occhiali, che sono stati rinvenuti nella medesima abitazione e che pure le erano indispensabili in quanto presentava un rilevante deficit visivo”.

Omicidio Elena Ceste, il movente è l’odio

Per quanto riguarda il movente, secondo il Gip "va ricercato nell'odio maturato nel tempo". Secondo il giudice, Michele Buoninconti riteneva che Elena Ceste "fosse una moglie e una madre inadeguata; una donna infedele e inaffidabile, dedita a coltivare rapporti virtuali con il computer e, quindi, da raddrizzare". Il giudice, inoltre sottolinea che Michele Buoninconti, il marito di Elena Ceste, si è comportato in modo da "condizionare i propri figli" per depistare le indagini "offrendo un modello familiare diverso dal reale". L’uomo secondo l’accusa avrebbe utilizzato con i figli un "metodo sottilmente intimidatorio". L’uomo per il giudice ha messo in piedi un "castello di menzogne" e ha cercato di depistare le indagini, ma nei suoi confronti ci sono indizi “non sono soltanto numerosi, ma anche particolarmente pregnanti".

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