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Disastro volo Malaysia Airlines, svolta nell’inchiesta: “Missile lanciato dai filorussi”

Secondo gli esperti del Joint Investigation team il missile che abbatté il volo Mh17 causando 298 morti fu lanciato dai ribelli ucraini.
A cura di Davide Falcioni
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A lanciare il missile che il 17 luglio del 2014 abbatté volo Mh17 della Malaysia Airlines sarebbe stato un missile terra aria lanciato dai ribelli che stavano combattendo nella guerra civile in Ucraina. L'hanno reso noto gli inquirenti che stanno conducendo le indagini sul disastro aereo che causò la morte di 298 persone, di nove diverse nazionalità, destinate in Australia ma uccise da un missile Buk di fabbricazione russa fornito in dotazione dai funzionari del Cremlino ai ribelli ucraini. Gli investigatori del Joint Investigation team (la squadra di investigatori di Olanda, Australia, Malesia, Ucraina e Belgio) non sembrano avere più dubbi e in una conferenza stampa hanno mostrato immagini del trasporto di veicoli lanciatori e fatto sentire intercettazioni in lingua russa che proverebbero l'origine della tragedia.

Nelle foto mostrate dagli inquirenti si può vedere una colonna di tre camion che si dirige “verso la sua destinazione finale, una fattoria vicino a Pervomiskly” che “può essere indicata come la zona da cui è avvenuto il lancio”, presso un'area controllata dai filorussi. Gli investigatori, inoltre, hanno fatto sapere di avere in mano le prove, comprese le comunicazioni intercettate appunto e i dati radar, che una piattaforma di lancio missilistico è stata trasportata da Pervomiskly alla Russia, a dimostrazione che il lanciatore è tornato in Russia dopo essersi accorto di aver abbattuto un Boeing 777 pieno di civili. Come se non bastasse, il numero uno del Joint Investigation team ha escluso categoricamente la presenza di aerei da guerra nei pressi del Boeing: “Non abbiamo ufficialmente identificato i sospetti responsabili – dicono gli investigatori -È stato un atto intenzionale? Chi ha dato l’ordine? Queste domande sono ancora senza risposta”. “Gli Usa hanno rivelato tutti i dati e le immagini a loro disposizione e per l’inchiesta hanno tolto ogni segreto di Stato sui materiali in loro possesso”.

Sembra chiaro, dunque, che le responsabilità dell'abbattimento di un velivolo con 298 persone a bordo sono da attribuire ai ribelli filorussi, anche se Eduard Basurin, vice capo del comando operativo dei separatisti dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, ha respinto ogni accusa: "Non avevamo questo tipo di sistema antiaereo a nostra disposizione, né i sistemi né gli specialisti, per questo non potevamo abbattere il Boeing”.

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