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Ddl diffamazione il Senato boccia l’articolo 1 sul carcere per i giornalisti

Palazzo Madama con voto segreto ha bocciato l’art.1 del ddl diffamazione bloccando di fatto l’intero provvedimento. Soddisfatti Pd e Idv che hanno votato contro, mentre il Pdl si è astenuto.
A cura di Antonio Palma
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Ddl diffamazione il Senato boccia l'articolo 1 sul carcere ai giornalisti

Palazzo Madama  ha respinto oggi l'articolo 1 del ddl diffamazione costringendo il presidente del Senato Renato Schifani a sospendere l'esame del provvedimento in Aula. L'articolo uno del disegno di legge, nato sull'onda della richiesta di carcerazione per il direttore Alessandro Sallusti, ha ricevuto 123 voti contrari e 29 voti favorevoli mentre sono stati 9 i senatori che si sono astenuti. La votazione a scrutino segreto ha visto l'astensione dei senatori del Pdl. L'articolo bocciato era uno dei punti fondamentali del ddl diffamazione ed era aspramente criticato proprio perché conteneva tra l'altro le norme che prevedono il carcere per i giornalisti. Lo stop di oggi di fatto ferma l'intero provvedimento da tempo all'esame di Palazzo Madama.

Soddisfazione da parte del Pd che ha votato contro. "Siamo soddisfatti che muoia il tentativo di una legge inutilmente liberticida e gravemente incostituzionale perché noi condividiamo la battaglia condotta dalla Federazione nazionale della stampa e ci auguriamo che nella prossima legislatura si possa approvare una riforma della diffamazione a mezzo stampa equilibrata e rispettosa dei diritti costituzionali" ha detto Silvia Della Monica, capogruppo Pd in commissione Giustizia del Senato. Compiaciuto della bocciatura del ddl diffamazione anche il responsabile Giustizia dell'Italia dei valori, Luigi Li Gotti, che ha commentato "è finalmente finito l'accanimento terapeutico per la pessima proposta di legge sulla diffamazione, che era  incostituzionale e prevedeva il carcere per i giornalisti ma non per il direttore responsabile".

Punta invece a ricucire lo strappo e a trovare un accordo Fabrizio Cicchitto, il capogruppo del Pdl alla Camera, che parla di recuperare "l'accordo sulla diffamazione, elaborato e poi saltato in Parlamento, mettendo fine al più presto a una situazione assurda e paradossale". "Il fatto che il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti abbia ricevuto l'ordine degli arresti domiciliari con la sospensione dell'esecuzione per la carcerazione da una parte conforta, ma dall'altra non annulla la realtà che vede un direttore di un quotidiano privato della sua libertà a causa di una legge sbagliata e da correggere" ha proseguito Cicchitto lasciando intendere che il Pdl proverà a presentare una nuova proposta.

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