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Cosa farà adesso Giorgio Napolitano

Il Senatore a vita e Presidente emerito prenderà possesso del suo nuovo ufficio a Palazzo Madama e parteciperà all’elezione del suo successore.
A cura di Redazione
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Giorgio Napolitano, dopo quasi nove anni, non è più il Presidente della Repubblica italiana. La lettera di dimissioni è stata consegnata dal segretario generale del Quirinale, Donato Marra, prima al Presidente della Camera Laura Boldrini (che, come vi abbiamo spiegato qui, avrà fino a 15 giorni di tempo per convocare il Parlamento in seduta congiunta ed avviare il processo che porterà alla elezione del nuovo Capo dello Stato), poi al Presidente del Senato Pietro Grasso (che nel periodo di transizione subentrerà nelle funzioni al Quirinale), infine al Presidente del Consiglio dei ministri.

Come previsto dalla Costituzione, al momento dell’abbandono della carica, il Capo dello Stato diventa presidente emerito della Repubblica e dunque senatore a vita. Napolitano potrà esercitare le sue nuove funzioni immediatamente, con la possibilità di prendere parte anche alle votazioni sulla legge elettorale (in discussione in questi giorni al Senato). Allo stesso modo, prenderà subito possesso del suo nuovo ufficio a palazzo Giustiniani (nel quale, nelle scorse settimane, erano stati trasferiti i suoi libri e alcuni fascicoli dei suoi studi privati) e avrà accesso ad una serie di benefit che spettano agli ex Presidenti della Repubblica. A riassumerli è Il Fatto quotidiano, che spiega:

Documenti alla mano, si scopre infatti che in forza di un vecchio decreto del 1998 a ciascun presidente emerito spetta innanzitutto il diritto ad utilizzare un dipendente della carriera di concetto o esecutiva del segretariato generale del Quirinale con funzioni di segretario distaccato nel suo nuovo staff. Altri due dipendenti del Colle possono invece essere trasferiti presso la sua abitazione privata romana di via dei Serpenti, con mansioni l’uno di guardarobiere e l’altro di addetto alla persona. Poi ci sono le cosiddette “risorse strumentali”: un telefono cellulare o satellitare, un fax e un’altra connessione urbana ultraprotetta, una linea dedicata per il collegamento con il centralino del Quirinale, un’altra per quello con la batteria del Viminale e un allacciamento diretto con gli uffici dei servizi di sicurezza del ministero degli Interni, predisposti in duplicato presso lo studio e l’appartamento privato dell’ex presidente; quindi, collegamenti telematici (anche in questo caso doppi), consultazione delle agenzie di stampa e banche dati, oltre a connessioni televisive a bassa frequenza per la trasmissione dei lavori di Camera e Senato; per ultima, non poteva mancare, ecco l’auto con telefono e chauffeur riservata, vai a capire perché, pure alla vedova o al primogenito dell’ex capo di Stato

A queste dotazioni particolari si aggiungono poi quelle spettanti ad ogni membro del Senato e, ovviamente, la scorta armata per tutelare l’incolumità e la sicurezza di Napolitano. Non ci sarà invece alcuna liquidazione e Napolitano, che percepirà la retribuzione spettante ai membri del Senato (almeno fino all'eventuale approvazione della riforma costituzionale, che ridisegna anche questo aspetto del ruolo dei senatori a vita), non avrà accesso al vitalizio, perché non compatibile con le cariche esercitate fino ad adesso.

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