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Comune di Napoli – 2 miliardi di debito, arrivano gli ispettori del Governo: tagli al personale da settembre

Riduzione del personale comunale e dismissioni di aziende partecipate, questo il piano presentato dal sindaco de Magistris al Governo per richiedere la ristrutturazione dell’enorme debito di due miliardi di euro del Comune di Napoli. Oltre 2500 dipendenti verso la mobilità, 375 milioni di euro all’anno di risparmio pervisti.
A cura di Alessio Viscardi
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Comune di Napoli: 2 miliardi di debito, arrivano gli ispettori del governo

Un pozzo senza fondo, due miliardi di debito nelle casse del Comune di Napoli, derivante dal decennio di amministrazione Jervolino. Il nuovo sindaco, Luigi de Magistris, prepara un piano di dismissioni e tagli draconiani, con lo smembramento delle partecipate e diversi accorpamenti, in vista della visita degli ispettori governativi prevista dopo Ferragosto. Il piano presentato a Palazzo Chigi come pegno per la legge sulla ristrutturazione del debito, ovvero il suo "spalmamento" nel tempo delle somme dovute alle banche -in modo da dare respiro alla città- vuole dimostrare come il nuovo governo cittadino possa amministrare virtuosamente se sgravato dei macigni del passato.

Riduzione del personale e dismissioni delle aziende partecipate, questa la via per mettere ordine nei conti del Comune. Le indiscrezioni pubblicate dall'edizione cartacea del quotidiano Il Mattino parlano di incentivi per "l'esodo volontario" di mille dipendenti comunali e la dismissione della Napoliservizi -società da 1500 dipendenti, elogiata pubblicamente dal sindaco durante la riapertura del Parco De Filippo la settimana scorsa- da cui dovrebbe derivare un risparmio di 75 milioni di euro all'anno in riduzione stipendi. In cinque anni, 375 milioni.

Pensionamenti e dismissione di Gesac, Stoà e Terme di Agnano porteranno nelle casse del Comune un altro centinaio di milioni di euro in cinque anni.

La spesa per il personale di Palazzo San Giacomo è fuori controllo, si tratta di 18 mila e 458 dipendenti che ogni anno gravano per 774 milioni di euro sulle casse comunali. La relazione, stilata dai revisori dei conti -l'attuale assessore all'economia Salvatore Palma- durante l'elaborazione del bilancio preventivo 2012, fornisce i numeri dello spreco: diecimila dipendenti diretti del comune e oltre ottomila nelle 14 aziende partecipate, selva alimentata da clientelismi lunghi vent'anni. Basti pensare all'Anm, la società che gestisce il trasporto pubblico su gomma in città, che ha il record di dipendenti: 2651 che costano 118 milioni, con un'esposizione verso le banche di 86 milioni. L'Asia, la società di igiene urbana che si occupa della raccolta rifiuti, ha 1331 dipendenti che costano 99 milioni, molti dei quali anziani e invalidi -inadatti al lavoro in strada. La stessa Napoliservizi, con 1502 dipendenti, costa a Palazzo San Giacomo 43 milioni di euro all'anno.

Chissà se nella spending review partenopea finirà anche il piccolo esercito composto dagli staff: 65 staffisti, 25 part time, con stipendi variabili dai 21.197,78 euro ai 91.296,98 euro- costo totale di due milioni annui. Il solo sindaco de Magistris è circondato da 17 membri dello staff, per i restanti 12 assessori dovrebbero esserci circa 58 addetti.

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