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Come vengono effettuati i controlli psicologici sui piloti di aerei

Oltre ai test fisici vengono effettuati controlli psicologici per stabilire la personalità di un pilota: non sono però obbligatori in tutti i paesi.
A cura di Davide Falcioni
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Dalle prime indiscrezioni trapelate nelle ultime ore sembra che Andrea Lubitz, il copilota presunto responsabili del disastro aereo dello Germanwings, avesse sofferto in passato di una grave depressione, riacutizzatasi recentemente a causa di una delusione amorosa. Certo, è presto per dire se questi due elementi siano sufficienti a provocare una strage, ma il dibattito sui controlli che vengono effettuati sui piloti è aperto. A quanto pare non si fanno sconti: chi deve manovrare la cloche di un aereo viene sottoposto a una serie di test, dagli esami del sangue all'elettroencefalogramma almeno una volta all'anno fino ai 60 anni, dopodiché due volte all'anno. Non sarebbero altrettanto stringenti i controlli sull'assunzione di alcol e sostanze stupefacenti, anche se nel nostro paese saremmo all'avanguardia visto che uno o più test vengono effettuati a sorpresa.

I controlli psicologici sui piloti vengono effettuati tramite un test, chiamato "Minnesota", che consente di valutare la personalità: in Italia il ricorso a questo metodo è obbligatorio, mentre in altri paesi – tra i quali la Germania – no. Un ufficiale italiano spiega a Repubblica: "Sono stato testimone di alcuni casi del genere, uno in particolare avvenuto pochi mesi fa. Un nostro collega ha improvvisamente mostrato segni di insofferenza, squilibrio verso il comandante fino a minacciarlo ed entrando in contatto con lui in maniera violenta". Per quel pilota è scattato immediatamente un rapporto e in seguito la sospensione dal servizio.

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