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Charamsa: “Io, prete gay, vi svelo il volto più inquietante della Chiesa”

Arriva in libreria “La prima pietra”, volume-confessione con cui il teologo che lo scorso ottobre dichiarò di essere gay racconta l’omofobia del Vaticano.
A cura di Redazione Cultura
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Dettaglio dalla copertina de "La prima pietra"
Dettaglio dalla copertina de "La prima pietra"

È uscito il 30 giugno e fa già discutere il libro-testimonianza di Krzysztof Charamsa, ex alto prelato del Vaticano che lo scorso ottobre, nei giorni precedenti l'inizio dei lavori sul Sinodo sulla famiglia, fece coming out dichiarando al mondo la sua relazione con un altro uomo.

Una confessione che l'ex ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede e segretario aggiunto della Commissione Teologica Internazionale vaticana ha pagato con la defenestrazione, prima per i suoi ruoli istituzionale, poi da sacerdote della Chiesa Cattolica. L'ex prelato polacco è stato a Roma nei giorni scorsi per il lancio del suo libro, "La prima pietra.  Io, prete gay, e la mia ribellione all’ipocrisia della Chiesa" (Rizzoli, pp. 336, 19 euro) una testimonianza senza precedenti per la prima volta dall'interno della comunità ecclesiastica che ha rotto un silenzio millenario per denunciare l'omofobia interna alla Chiesa.

La prima pietra è il coming out dell’ottobre 2015, divenuta la pietra angolare nella vita di Krzysztof Charamsa, che in quest'intervista esclusiva alle telecamere di Fanpage.it ha raccontato le conseguenze del suo gesto di ribellione al silenzio imposto dal Vaticano, passando per una lucida e tenera analisi del rapporto di coppia con il suo Eduard. "La chiesa dovrebbe agire per la felicità degli esseri umani – ha dichiarato – ai nostri microfoni "Basta con l'omofobia, soprattutto tra i sacerdoti omosessuali che, non potendo vivere la loro condizione apertamente orientano tutto il loro odio verso gli omosessuali che possono liberamente esprimere il loro amore".

Con "La prima pietra" Charamsa ha inteso scuotere le coscienze e porre le basi per un necessario rinnovamento della Chiesa cattolica, istituzione in cui ancora oggi vuole credere. Una Chiesa che per continuare a esistere quale guida spirituale – come Charamsa ha scritto il giorno del coming out in una lettera a papa Francesco, qui pubblicata per la prima volta integralmente – deve finalmente cominciare a rispettare ogni persona nel suo orientamento sessuale, confrontandosi proficuamente con la scienza.

«In fondo, la congregazione per la dottrina della fede (ex sant’uffizio, ex santa inquisizione) è una sorta di ufficio dei servizi segreti. Ho vissuto più di dodici anni in quella simpatica, caotica succursale cattolica del KGB. Oggi credo che dovrebbe essere posta fuori legge come essa stessa ha posto fuori legge per secoli i gay e le lesbiche: questa congregazione non ha alcun diritto di interferire nella politica degli Stati democratici e dovrebbe essere chiusa.Ma so che non avverrà.» Krzysztof Charamsa

Nota biografica di Krzysztof Charamsa

Nato a Gdynia (Polonia) nel 1972, ha studiato filosofia, teologia e bioetica in Polonia, Svizzera e Italia, per poi intraprendere un’importante carriera ai massimi vertici della Chiesa cattolica, come ufficiale del più importante ufficio vaticano: la congregazione per la dottrina della fede, ex sant’uffizio, ex santa inquisizione. È stato secondo segretario della commissione teologica internazionale, l’organismo che ufficialmente riunisce i più autorevoli teologi della Chiesa. Autore di diversi libri e articoli, ha insegnato teologia alla pontificia università gregoriana e al pontificio ateneo regina apostolorum di Roma. Tutto questo fino al 3 ottobre 2015, giorno del suo coming out, quando è stato automaticamente privato dei suoi incarichi. Oggi vive felice con il suo compagno  e si dedica alla difesa dei diritti umani delle donne e delle persone LGBTIQ.

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