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Censis: la crisi cambia le abitudini, si vendono i gioielli e si coltiva l’orto

La fotografia annuale del Censis fa riferimento alle tre “r” della crisi italiana: risparmio, rinuncio e rinvio, che scandiscono i comportamenti delle famiglie. Gli italiani cambiano abitudini, vendono gioielli per pagare le bollette, tornano a usare la bici per lasciare l’auto in garage.
A cura di Susanna Picone
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La fotografia annuale del Censis fa riferimento alle tre “r” della crisi italiana: risparmio, rinuncio e rinvio, che scandiscono i comportamenti delle famiglie. Gli italiani cambiano abitudini, vendono gioielli per pagare le bollette mentre tornano a usare le bici e a coltivare l’orto.

La crisi è tale che le famiglie italiane hanno imparato a comportarsi in maniera diversa, ad affrontarla con nuovi mezzi per cercare di superarla. Dal 46esimo rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese nel 2012 emergono le nuove “formule” per la sopravvivenza e della ricostruzione. Il Censis fa riferimento, non a caso, alle tre “r” dei consumi familiari e che sono “risparmio, rinuncio e rinvio. Come gli italiani provano ad affrontare la crisi? Il Censis spiega che non solo le famiglie risparmiano lasciando l’auto nel garage o imparando a non sprecare le risorse alimentari ma che la tendenza degli ultimi due anni è stata quella, ad esempio, di vendere l’oro e i gioielli, così come non sono pochi quelli che hanno imparato a produrre autonomamente frutta e verdura.

Gli italiani vendono l’oro e comprano le biciclette – Sono 2.5 milioni le famiglie che negli ultimi due anni hanno dato via l’oro, 300000 quelle che si sono disfatte di mobili e opere d’arte per pagare le bollette. 2.7 milioni di italiani ritornano all’orto, a coltivare ortaggi e verdura da consumare ogni giorno. Il 73% della popolazione è sempre più attenta a comprare prodotti in offerta o alimenti poco costosi. E se l’auto o lo scooter vengono lasciati nel garage (gli acquisti nel settore, tra l’altro, sono calati), gli italiani ricoprono la più economica ed ecologica bicicletta. Nell’ultimo biennio, infatti, sono state vendute in Italia 3.5 milioni di bici. In tanti, inoltre, hanno trasformato le loro case in piccoli bed & breakfast. "La messa in circuito del patrimonio immobiliare posseduto, affittando alloggi non utilizzati o trasformando il proprio in un piccolo bed & breakfast – sottolineano i ricercatori –  è diventata l'estrema tecnica di sopravvivenza.

La grande paura delle pensioni – C’è paura, dunque, per la crisi che ha travolto il Paese, così come resta enorme la paura quando si parla delle pensioni e del sistema di previdenza. Il Censis dice che l’81% degli italiani “boccia” l’attuale sistema: c’è l’ansia delle pensioni basse, pensione che agli occhi degli italiani sta diventando “un problema più che una risorsa”, un sistema minato dall’interno da contraddizioni “che costa tanto in generale e copre poco in particolare, con bassi redditi pensionistici attuali e futuri”. Quasi il 68% reputa molto o abbastanza probabile l’impossibilità di ricevere una pensione adeguata nel futuro ed è una quota che decolla tra i giovani a oltre il 93%. Poi, rivela il rapporto, ci sono le iniquità che contribuiscono a screditare un sistema che negli ultimi anni ha visto “un compattamento gestionale di sapore antico, tutto centrato sull’Inps; tra queste iniquità c’è quella visibile e nota, ma non per questo meno socialmente deleteria, della coesistenza di pensioni molto basse per tanti e pensioni dai valori svettanti per pochi”.

Lavoro: cresce l’occupazione “rosa” – Per quanto riguarda la situazione “lavoro” ciò che emerge dalla fotografia del Censis è che le donne “superano” gli uomini: tra il 2010 e il 2011, a fronte della perdita di 15000 posti di lavoro maschili se ne sono creati 110000 nuovi femminili, con un incremento dell’1.2%. Ed è cresciuto il numero delle donne in cerca di lavoro, tendenze che si consolidano nel 2012, dati i numeri dei primi sei mesi (con un’ulteriore contrazione del lavoro maschile). Malgrado questi risultati, però, ci sono grandi criticità nel rapporto donne e lavoro. Se in assenza di carichi familiari donne e uomini hanno esattamente la stessa propensione a presentarsi sul mercato del lavoro, la situazione cambia appena si decide di mettere su famiglia. Mentre tra i single si età compresa tra i 35 e i 44 anni il tasso di inattività maschile e femminile è pressoché identico inizia a comparire un divario tra le coppie senza figli che poi esplode con la nascita del primo figlio (e dei successivi).

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