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Crisi Borse: tracollo di Piazza Affari -3,2%. L’Europa “brucia” 130 mld, Milano 13

Dopo il crollo di ieri, giornata pesante per tutti i listini europei. Piazza Affari in altalena poi si stabilizza, ma chiude in netto negativo. Grave il tonfo del Nikkei: – 5,4%. Renzi: “La finanza arranca, l’Italia non è epicentro della crisi”.
A cura di Davide Falcioni
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Ore 20.15 –  La borsa di Milano precipita ancora: -3,2%- Non recupera Piazza Affari. Al termine di una giornata tra alti e bassi, i titoli crollano ulteriomente: il Ftse Mib chiude a -3,21% a 15.913,12 punti mentre il Ftse All Share termina a -2,96% a 17.394,10 punti. Soffrono comunque tutte le Borse europee, che bruciano 130 miliardi di euro di capitalizzazione. Milano dilapida in una sola seduta ben 13 miliardi. Come detto, sono i titoli bancari a subire le più forti ripercussioni: Bpm (-8,35%), Banco Popolare (-8,63%) e Ubi (-8,87%) tra i peggiori, male anche Unicredit (-7,91%), Intesa Sanpaolo (-6,21%). Sprofonda Carige: -10,51%.Giornata negativa pure per Ferrari, che perde il 5,94%, Exor (-4,30%) e Cnh (-4,70%). La situazione di crisi delle borse, è così commentata da Renzi nella sua e-news: "Il mondo finanziario arranca. L'Italia non è l'epicentro della crisi, che purtroppo ha molte cause: petrolio, tensioni geopolitiche, Paesi ex emergenti".

AGGIORNAMENTO 16.25 – Borsa, non si arresta il crollo. Milano -1,7% – Come ampiamente previsto, anche quella di oggi è stata una giornata difficile per le borse europee. Dopo un'apertura in lieve rialzo, Piazza Affari va in rosso, quindi guadagna l'1%, infine torna giù: -1,7%. Verso le 13 l'indice Ftse Mib fa segnare un -2,40%, cedendo 16.047,22 punti. Pesanti anche le altre Borse europee (comunque meglio di ieri: Londra -0,6%, Francoforte -1% e Parigi -1,3%), mentre Wall Street ha aperto in calo di meno di un punto percentuale. Male i titoli bancari: Banca Mediolanum (-4,94%), Mps (2,21%) e Intesa Sanpaolo (-2,19%). Pesanti perdite anche per il gruppo Agnelli, con Ferrari (-5,14%), Fca (-3,07%) e la holding Exor (-3,16%).

All'indomani di una giornata che ha visto tutte le borse europee affondare il martedì dei mercati finanziari inizia con il crollo della Borsa di Tokyo, che in avvio di giornata perde più del 4 per cento in scia alla flessione di Wall Street e all'apprezzamento dello yen, e a fine seduta arriva a perdere il 5,4%. Il pesante andamento delle Borse, unito alla decisione presa il 29 gennaio scorso dalla Banca del Giappone di applicare interessi negativi, fa crollare sotto lo 0% i rendimenti dei titoli di Stato nipponici a dieci anni, una cosa che secondo Bloomberg non si era mai verificata prima in un'economia del G7. La Borsa di Tokyo ha bruciato 918 punti.

In questo quadro, con il terrore di una nuova giornata negativa che attanaglia le principali piazze finanziarie e con lo spread che torna a salire, il Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan prova a rassicurare i mercati inviando un messaggio e confermando che per il 2016 il debito pubblico italiano dovrebbe diminuire. Intervistato da Bloomberg Padoan definisce questo un fatto che "segnerà una svolta per il Paese, cambiando la scettica percezione che i mercati hanno nei nostri confronti".

Padoan inoltre invita di nuovo tutti i Paesi europei "a fare del loro meglio per facilitare il lavoro della Bce". "La Bce sta facendo un grande lavoro e deve continuare a farlo", afferma ricordando che "l'inflazione nell'eurozona deve muoversi il più velocemente possibile verso quello che da tutti è considerato il valore di equilibrio", intorno al 2%.

In realtà la situazione dei mercati finanziari rischia di essere molto più grave di quanto si possa pensare. Secondo Vincenzo Longo, strategist di IG Market: "Quello che è più preoccupante è che la debacle è avvenuta in assenza di qualsiasi dato macro rilevante. E' come se gli investitori, lasciati a se stessi e molto nervosi, fossero sprofondati nel pessimismo. Il mercato si sta posizionando come se dovesse scontare una recessione nei prossimi trimestri. E' un movimento veramente brutto, siamo al 2008, colpisce la violenza di queste crisi ribassiste".

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