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Fu travolta e morì in viaggio di nozze, famiglia formalizza causa a Los Angeles

A un anno dalla morte mentre era in viaggio di nozze in California, i familiari di Alice Gruppioni, la giovane bolognese che fu travolta e uccisa da un’auto sulla Venice Beach Boardwalk, hanno formalizzato la causa alla città e alla contea di Los Angeles.
A cura di Susanna Picone
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Alice Gruppioni, giovane imprenditrice bolognese, lo scorso 3 agosto è stata travolta e uccisa da un’auto sulla Venice Beach Boardwalk. La giovane donna si era appena sposata ed era in California in viaggio di nozze. Ora, a circa un anno dai tragici fatti, i suoi familiari hanno formalizzato la causa alla città e alla contea di Los Angeles. La causa è stata presentata alla Corte superiore di Los Angeles dal marito di Alice Gruppioni, Christian Casadei, e dai genitori Valerio Gruppioni e Barbara Michelini. I familiari della ragazza accusano la città e la contea di aver causato la morte di Alice per via delle condizioni di pericolo a cui il pubblico viene sottoposto sul lungomare pedonale di Venice Beach. Accusato di negligenza e altri torti intenzionali Nathan Campbell, l’uomo che era alla guida dell’auto che investì Alice e ferì altre 16 persone. Nei suoi confronti è in corso anche il processo penale.

La causa civile dopo la morte di Alice Gruppioni in California

Nella causa civile i familiari di Alice Gruppioni, assistiti dall’avvocato Greg Bentley dello studio SBEB LLP, sostengono che città e contea abbiano violato il codice 835 della California per la pericolosità del marciapiede e della proprietà adiacente, sottolineando che le condizioni pericolose comprendono anche la mancanza di barriere e piloni adeguati. “La legge e le aspettative presso le agenzie governative sono chiare, la città e la contea devono proteggere le migliaia di persone che da tutto il mondo vi si riversano, e devono anche proteggerle dal possibile comportamento intenzionalmente criminoso di altri. Qui – così l’avvocato della famiglia italiana – la città e la contea sapevano che più di 15 auto circolavano sul marciapiede ogni giorno, nel periodo della disgrazia, cosa che è completamente inammissibile dal punto di vista di pubblica sicurezza. Questa tragedia avrebbe potuto non essere mai avvenuta”. L'avvocato Bentley a gennaio aveva inoltrato un “claim” al Governo della California, dopo aver fatto indagini sugli incidenti e sulla sicurezza della Venice Beach Boardwalk.

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