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Accusata di bullismo, Libby era invece vittima dei compagni: suicida a 13 anni

Dopo mesi di angherie e vessazioni, denunciate alla polizia e alla scuola, la tredicenne Libby Bell lo scorso 28 agosto si è suicidata.
A cura di C. M.
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Era stata accusata di bullismo, ma in realtà la 13enne Lilly Bell era lei stessa vittima di bullismo. Non riuscendo a sopportare le infamanti accuse mosse a suo carico, complice lo stato emotivo provocato dall'essere vittima delle angherie di altri coetanei, Lilly lo scorso 28 agosto ha deciso di togliersi la vita, in un ristorante. A denunciare la vicenda è stata la madre della ragazza, la quale ha raccontato tutte le angherie che la figlia subiva ormai da mesi. I ragazzi la invitavano ad uccidersi, le dicevano che era un essere inutile e che la sua vita non aveva alcun senso.

Libby aveva avvertito i genitori, che a loro volta avevano provveduto a riferire gli accadimenti ai professori e al preside dell'istituto frequentato dalla ragazza, spiegando che cosa stava subendo, ma nonostante questo i bulli hanno continuato a vessarla. La famiglia si era anche rivolta alle forze dell'ordine, che però a quanto pare, avrebbero sottovalutato il problema, sostenendo si trattasse di scherzi tra ragazzi. Libby però, alla fine, non ha retto allo stress e alla fine si è suicidata. La famiglia della tredicenne ha voluto denunciare pubblicamente la vicenda perché vuole che la morte della figlia non sia vana e possa essere d'insegnamento: "È veramente molto importante conoscere e combattere il bullismo", ha dichiarato la madre di Libby.

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