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51 milioni di euro per ristrutturare la Curia di Monaco: polemica in Germania

I lavori termineranno dopo il 2015. Alcuni mesi fa papa Francesco sollevò il vescovo di Limburgo per una storia simile, ma è difficile che lo stesso succeda al suo collega bavarese, il cardinale Reinhard Marx.
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L'arcivescovo di Monaco di Baviera e Frisinga, il cardinale Reinhard Marx.
L'arcivescovo di Monaco di Baviera e Frisinga, il cardinale Reinhard Marx.

Oltre cinquantuno milioni di euro per ristrutturare l’edificio centrale dell’Arcidiocesi di Monaco di Baviera e Frisinga, in Germania. Ovviamente, la cifra è ancora provvisoria, visto che i lavori sono ancora in alto mare. In un momento in cui papa Francesco punta molto sulla sobrietà dei sacerdoti, e soprattutto su quella dei cardinali, l’arcivescovo Reinhard Marx, uno degli altri prelati più potenti e rispettati, non si preoccupa di spendere una cifra astronomica per riqualificare un palazzo. L’ufficio stampa della Diocesi ha confermato la cifra, chiarendo che ai preventivi precedenti si sono aggiunti costi per sette milioni e mezzo di euro per restaurare il soffitto del palazzo ed espandere il sottotetto, interventi non previsti in un primo momento. I lavori, dunque, si allungheranno nel tempo e potrebbero vedere la fine anche oltre il 2015, costringendo buona parte dei dipendenti dell’Arcidiocesi a restare a lavorare in altre strutture, con ulteriori aggravi economici.

In Germania si grida già allo scandalo, ma il cardinale Marx può dormire sogni tranquilli, consapevole che il suo posto, lo stesso che fino a qualche decennio fa era occupato da un signore che di nome fa Joseph Ratzinger, non è in discussione. E’ andata molto peggio, invece, a Franz-Peter Tebartz-van Elst, vescovo di un’altra diocesi tedesca, quella di Limburgo, rimosso qualche mese fa da papa Francesco dal suo incarico perché accusato di aver sprecato milioni di euro per la ristrutturazione della Curia. A Tebarz era stata addebitata la colpa di aver speso circa tre milioni di euro solo per i suoi appartamenti privati, con tanto di doccia da quindicimila euro e sala da pranzo di 63 metri quadrati. “Tutto ciò rafforza i sospetti, sollevati già lo scorso anno dalla stampa, come il quotidiano Die Welt, secondo cui contro il vescovo di Limburgo si fosse aperta non tanto una vertenza contabile, quanto una clamorosa ed inedita “caccia all’uomo”, essendo egli inviso alla maggior parte dei membri della Conferenza Episcopale Tedesca, perché su posizioni “troppo” tradizionali. – ricostruisce il blog cattolico Corrispondenza Romana – Contro di lui si oppose uno schieramento episcopale viceversa iperprogressista.”

La Chiesa tedesca è una delle più ricche del mondo, potendo contare su una legge dello Stato che dà la possibilità ai contribuenti di riconoscerle una porzione delle proprie tasse ben più di alta del nostro 8×1000. Le parrocchie, però, si svuotano, i nuovi sacerdoti latitano e le attività di pastorale sono ridotte al lumicino. Anche per questo, le diocesi, avendo le casse piene, puntano su operazioni immobiliari, che aumentano il valore delle loro proprietà. Con buona pace di papa Francesco ed i suoi richiami ad una “Chiesa povera”.

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