Troppi stimoli dai cartoni? Una coppia sceglie i classici degli anime per abituare i figli a ritmi più lenti

Negli ultimi anni, sempre più genitori si interrogano sull’impatto che i cartoni animati e i contenuti digitali per bambini hanno sul comportamento dei più piccoli. Ma cosa succede quando la risposta sembra arrivare non da uno studio scientifico, bensì da una scelta quotidiana e controcorrente? È il caso di Nika Diwa, mamma e content creator americana, che ha deciso di dire addio ai cartoni iperattivi per sostituirli con i più lenti e poetici anime giapponesi degli anni '80 e 990. Una decisione che ha conquistato migliaia di genitori online, aprendo una riflessione su come le immagini che scorrono sugli schermi influenzino l’umore e l’equilibrio dei più piccoli.
Troppi stimolo davanti alla TV
L'idea è nata quando Diwa ha notato che, dopo aver guardato alcuni programmi per bambini molto popolari, i suoi figli sembravano molto più irritabili e sovraeccitati, incapaci di concentrarsi e inclini a incessanri crisi di pianto. "Facevano fatica a passare da una cosa all’altra", ha raccontato la madre al sito di Newsweek. A quel punto è stato il marito a proporre di provare con qualcosa di diverso: vecchi cartoni giapponesi, quelli che da bambini avevano guardato anche loro, per provare a intrattenere i piccoli con stili narrativi differenti dai quali i figli erano abituati.
La svolta con Miyazaki
Così, un giorno Diwa si è seduta sul divano con sua figlia e ha scelto Kiki – Consegne a domicilio (1985), uno dei classici firmati Studio Ghibli del maestro Hayao Miyazaki. Il momento, ripreso e condiviso sul suo profilo Instagram, è diventato virale. "Guardo anime giapponesi classici per aiutare mia figlia a regolare le emozioni, perché i programmi moderni sono troppo stimolanti", recitava la didascalia inserita sul video. In pochi giorni, oltre 475mila persone hanno messo “mi piace”, e molti genitori si sono ritrovati nelle sue parole.
Gli anime giapponesi classici, come quelli dello Studio Ghibli, sono infatti noti per il loro ritmo narrativo più lento, le colonne sonore incisive, capaci di rimanere impresse già dopo il primo ascolto, e trame basate su meccanismi curati e con diversi livelli di profondità. A differenza dei cartoni contemporanei, fatti di colori sgargianti, cambi di scena frenetici e battute a raffica, questi film sembrano lasciare spazio alla calma e alla riflessione, prendendosi tutto il tempo necessario per raccontare la storia. Caratteristiche che, secondoDiwa e il marito, possono aiutare i più piccoli a maturare un approccio diverso nei confronti dei contenuti che fruiscono.
Nostalgia e benessere: la forza di un ritorno al passato
Nika Diwa ha ammesso di non conoscere altri genitori che abbiano fatto una scelta simile, ma invita chiunque a provare. "Abbiamo visto un cambiamento positivo nei nostri figli e, in più, è stato divertente riscoprire i cartoni della nostra infanzia"”, ha raccontato. Un’esperienza che, oltre a regalare un momento di condivisione tra genitori e figli, si sta rivelando un piccolo antidoto all’eccesso di stimoli che caratterizza la vita digitale di oggi. E forse, come suggerisce la storia di Diwa, per ritrovare un po’ di equilibrio basta semplicemente scegliere cosa guardare con un po’ più di lentezza.