Regalare lo smartphone ai bambini sotto i 12 anni: lo studio spiega perché è meglio aspettare

Con l'avvicinarsi delle Feste, molti genitori potrebbero essere tentati dall'idea di far trovare ai figli uno smartphone nuovo di zecca sotto l'albero di Natale. Nel 2025 però, avere un cellulare tra le mani significa anche poter accedere liberamente a Internet, chattare senza limiti con gli amici e, verosimilmente, iniziare a usare qualche social network. Un insieme di attività che richiede una consapevolezza spesso ancora fuori portata per i bambini più piccoli. A complicare il quadro arriva ora un nuovo studio statunitense, tra i più ampi mai realizzati sul tema, che per la prima volta documenta una correlazione significativa: prima arriva il telefono, maggiore è il rischio per la salute mentale e fisica dei giovani.
Un campione da 10.000 ragazzi per capire quando è troppo presto
La ricerca, pubblicata sulla rivista Pediatrics, ha analizzato i dati di oltre 10.500 bambini coinvolti nell'Adolescent Brain Cognitive Development Study, il più grande studio longitudinale sullo sviluppo cerebrale in età evolutiva mai realizzato negli Stati Uniti. Ciò che ne è emerso è che i dodicenni che possedevano già uno smartphone presentavano con maggiore frequenza di problemi come sintomi depressivi, disturbi del sonno e obesità rispetto ai coetanei che non avevano ancora un dispositivo personale. Se poi il telefono era stato ottenuto prima dei 12 anni, le probabilità di sviluppare simili situazioni di disagio psicofisico aumentano ulteriormente. "Quando si dà uno smartphone a un bambino, bisogna considerarlo un intervento che ha un impatto concreto sulla sua salute e comportarsi di conseguenza" ha osservato Ran Barzilay, neuropsichiatra infantile e firma principale dello studio, in una dichiarazione ripresa dal New York Times.
Perché è giusto considerare l'età quando si parla di tecnologia
Nello studio gli autori non parlano di un diretto rapporto causa-effetto, ma di correlazione: chi riceve uno smartphone prima tende a dormire meno, a muoversi meno e a socializzare meno di persona. Tutte attività fondamentali per il benessere psicofisico durante l’adolescenza. È proprio qui che entra in gioco il fattore età: "Un ragazzino di 12 anni è molto diverso da uno di 16" ricorda Barzilay. "Non è come confrontare un adulto di 42 con uno di 46". In questa fase l'elasticità emotiva è più labile, il bisogno di sonno più elevato (almeno 8/9 ore, dicono i pediatri) e la vulnerabilità agli stimoli esterni più marcata.

Per comprendere meglio il fenomeno, i ricercatori hanno analizzato anche un sottogruppo di bambini che a 12 anni non avevano ancora un telefono. Nel giro di un anno, quelli che ne avevano ricevuto uno mostravano più sintomi di malessere psicologico e sonno compromesso rispetto a chi era rimasto senza. Per gli esperti, una possibile spiegazione di questa apparente "tossicità" digitale può risiedere nella costante disponibilità di messaggi e notifiche che se da un lato può favorire la socializzazione anche a distanza, dall'altro può generare un senso di urgenza continuo, difficile da gestire per un preadolescente che sta ancora imparando a regolare emozioni, relazioni e tempi di recupero.
Il nodo più sottovalutato: il sonno
Un aspetto su cui gli specialisti concordano quasi all’unanimità è l’effetto degli smartphone sul sonno. È qui che le ricadute si fanno più concrete, anche perché moltissimi preadolescenti, nel momento in cui entrano in possesso di uno smartphone, lo tengono sempre acceso anche dopo che sono andati a letto, aumentando le probabilità di farsi svegliare da luci, vibrazioni o suoni delle notifiche. Per questo gli esperti esortano da anni i genitori a tenere tablet e smartphone fuori dalle camerette dei bambini e dei preadolescenti.
Certo, non si tratta di un compito semplice. Lo stesso Barzilay, nonostante il ruolo di ricercatore, ha scoperto quanto possa essere complicato trovare un equilibrio accettabile. Come raccontato dalla CNN, lo scienziato ha dato lo smartphone a due dei suoi figli prima dei 12 anni, ma con il terzo ha deciso di aspettare. Barzilay ha inoltre voluto sottolineare come lo studio non abbia dimostrato che chi riceve un telefono troppo presto avrà sicuramente problemi duraturi, ma fornisce dei riferimenti che possono aiutare i genitori ad adottare soluzioni concrete per ridurre i rischi legati ai dispositivi digitali, come stabilire fasce orarie in cui vige il divieto di usare gli schermi (magari durante i pasti o prima di andare a dormire), utilizzare le funzioni di parental control dei dispositivi o fare in modo che il primo smartphone arrivi in un momento in cui i ragazzi siano davvero pronti a gestirlo.