video suggerito
video suggerito

Quanto sonno perdono le donne quando diventano mamme? Uno studio ha fatto i conti

Una nuova ricerca americana ha rivelato che, nei primi mesi dopo il parto, le neomamme dormono meno e soprattutto in modo frammentato. E anche quando il numero di ore torna quasi alla normalità, la mancanza di sonno continuativo rimane un problema comune, con possibili conseguenze sul benessere generale delle madri.
A cura di Niccolò De Rosa
42 CONDIVISIONI
Immagine

Diventare madre per la prima volta è un'esperienza straordinaria, ma anche profondamente faticosa. Tra le sfide che le neomamme si trovano ad affrontare, la mancanza di sonno è senza dubbio una delle più dure. Ora un nuovo studio, ha quantificato con precisione quanto e come il sonno venga alterato nei primi mesi dopo la nascita di un figlio. I risultati offrono una nuova chiave di lettura su un tema spesso sottovalutato: non è solo la quantità di sonno a diminuire, ma soprattutto la qualità, con ripercussioni importanti sulla salute fisica e mentale delle madri.

Meno ore di sonno e notti frammentate

La ricerca, pubblicata sulla rivista Sleep e condotta da un team guidato dalla psicologa clinica Teresa Lillis del Rush University Medical Center di Chicago, ha seguito per oltre un anno 41 donne tra i 26 e i 43 anni, tutte alla prima esperienza di maternità. Grazie ai dati registrati dai loro dispositivi indossabili (simili ai comuni cardiofrequenzimetri da polso), gli studiosi hanno potuto monitorare i cambiamenti nel sonno prima e dopo il parto.

Immagine

Nel corso della prima settimana dopo la nascita del bambino, le partecipanti dormivano in media solo 4,4 ore a notte, contro le 7,8 ore registrate prima della gravidanza. Un dato ancora più significativo riguarda però i periodi di sonno ininterrotto: la durata della fase più lunga di sonno senza risvegli è scesa da una media di 5,6 ore ad appena 2,2. Poco più di una pennichella. Quasi una madre su tre ha poi dichiarato di aver trascorso più di 24 ore senza dormire almeno una volta durante la prima settimana.

Il sonno torna (quasi), ma resta spezzato

Nel corso delle settimane successive, la quantità di sonno tende sempre ad aumentare: tra la seconda e la settima settimana post partum si è attestata intorno alle 6,7 ore a notte, arrivando a 7,3 ore tra l’ottava e la tredicesima settimana. Tuttavia, la qualità del sonno continuava a risentirne: anche dopo tre mesi, il periodo di sonno più lungo senza interruzioni rimaneva inferiore a quello pre-gravidanza (solo 4,1 ore).

Questo dato, sottolinea Lillis, è il più significativo dell’intero studio. "Non è tanto la quantità di sonno il problema, quanto l’impossibilità di dormire in modo continuo", ha spiegato. Anche se le ore totali tornano quasi ai livelli normali, la frammentazione del sonno rende difficile recuperare le energie e può avere un impatto negativo sul benessere generale della madre.

la terapia dell'insonnia riduce la depressione post-partum, dimostra uno studio

Un nuovo obiettivo per sostenere le neomamme

Le implicazioni di questo studio vanno ben oltre la semplice constatazione della stanchezza materna. La frammentazione del sonno potrebbe essere un fattore di rischio per la depressione post partum e altri disturbi legati alla salute mentale. Per questo, secondo gli autori della ricerca, è necessario un cambio di approccio.

"Dire alle madri di dormire quando dorme il bambino non basta", ha osservato Lillis. "Servono strategie che consentano alle neomamme di dormire più a lungo senza interruzioni". Tra queste, ad esempio, la possibilità di alternarsi con il partner durante la notte, oppure affidarsi a brevi supporti esterni (familiari o professionisti) anche solo per poche ore consecutive.

Lo studio sembra dunque una conferma scientifica a quello che moltissime madri riferiscono da sempre: la sensazione di stanchezza estrema anche quando si riesce, sulla carta, a dormire abbastanza. "I nostri risultati validano l’esperienza quotidiana delle neomamme", ha concluso Lillis. E indicano una direzione concreta per sostenerle meglio, partendo proprio dalla necessità di riconoscere la qualità del riposo notturno non solo come un comfort accessorio, ma come una vera e propria questione di salute.

42 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views