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Quando si diventa vecchi agli occhi dei bambini? “Chi ha più di 30 anni e fa i cruciverba è già anziano”

Secondo un sondaggio inglese, per i bambini si diventa “vecchi” già a 49 anni, e nemmeno i trentenni si salvano, visto che gli Under 16 li considerano noiosi e fuori forma. L’indagine, condotta su 1000 ragazzi, ha anche rivela quali sono le abitudini che, secondo i più giovani, tradiscono un comportamento da anziani: ascoltare la radio, fare i cruciverba e perfino guardare la TV di giorno sono tutte attività che le nuove generazioni bollano come antiquate.
A cura di Niccolò De Rosa
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Un gruppo di bambini e ragazzi inglesi, invitati a indovinare l'età degli adulti a partire dai loro hobby, ha reagito con stupore nello scoprire che alcuni uomini e donne sulla cinquantina – e perfino settantenni – praticano ancora attività come il karate, l’arrampicata o il sollevamento pesi. Questo perché, agli occhi dei più giovani, gli adulti che hanno abbondantemente superato i trenta o i quarant'anni sono già nonnetti decrepiti che passano le giornate in vestaglia e con la copertina sulle gambe.

A rivelare questa curiosa percezione è un sondaggio condotto da Future You per una nota compagnia di assicurazioni. L'indagine è stata condotta su un campione di 1.000 bambini e ragazzi tra i 7 e i 16 anni e ha mostrato come le convinzioni infantili sull'invecchiamento siano ben diverse da quelle dei "grandi". Per i ragazzini, infatti, l'età oltre la quale si diventa ufficialmente "vecchi" è fissata intorno ai 49 anni. Una soglia che non lascia scampo nemmeno ai genitori, visto che quasi la metà degli intervistati ha dichiarato di considerare "anziani" mamma e papà. Non va però meglio a tutti quegli Over 30 che si illudono di poter far ancora parte della schiera dei giovani: il 15 per cento dei bambini intervistati pensa infatti che i trentenni siano già vecchi, noiosi, e poco inclini a fare sport.

Le attività "da vecchi" secondo i bambini

Per i più piccoli, non servono documenti d'identità per stabilire l’età di una persona: sono i comportamenti quotidiani a tradirla. Gli intervistatori hanno infatti chiesto ai partecipanti di indicare le abitudini "rivelatrici" di un adulto ormai avviato verso la terza età e tra i segnali più citati spiccano l'abitudine ad ascoltare la radio (51 per cento), guardare la televisione durante il giorno (48per cento), lamentarsi di dolori e acciacchi (45 per cento), brontolare per il maltempo (34 per cento) o passare il tempo con cruciverba (32 per cento). In cima alla lista delle attività da "vecchi" figurano anche il giardinaggio, l'abitudine a bere tè caldo, raccontare dei "bei tempi andati", dedicarsi al lavoro a maglia e dormire troppo. A qualcuno fischiano le orecchie?

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Le paure legate all'invecchiamento

Nonostante la leggerezza con cui i bambini hanno risposto, le loro idee hanno anche palesato un lato più serio, affollato di timori concreti. Alla domanda su cosa temano di più del diventare adulti, oltre la metà ha indicato i dolori fisici, seguiti dalle rughe, dai capelli grigi, dalla perdita di memoria e dalla necessità di portare gli occhiali. "I bambini possono avere opinioni molto dirette sull’invecchiamento – ha commentato la dottoressa Pallavi Bradshaw, direttrice medica di AXA Health Insurance – ma sorprende scoprire che per molti a 30 anni si smetta di divertirsi o di fare esercizio".

Non tutto però è negativo. Quando ai ragazzi è stato chiesto di immaginarsi da grandi, i partecipanti hanno espresso desideri che vanno ben oltre l'aspetto fisico: il 29 per cento ha detto di voler essere felice, il 27 per cento vuole diventare divertente e il 21 per cento spera di godere di buona salute. Non solo: molti hanno riconosciuto i vantaggi dell’età adulta, come avere più soldi (52 per cento), più esperienza (47 per cento) e una migliore comprensione della vita (45 per cento).

Una sfida agli stereotipi

Il confronto tra l'immaginario infantile e la realtà ha messo in luce quanto sia radicato il pregiudizio che associa l'età matura a sedentarietà e rinuncia. Eppure, le immagini di uomini e donne che si cimentano in sport impegnativi a 50 o 70 anni raccontano una storia diversa. "Questi stereotipi non sono più attuali", ha aggiunto la dottoressa Bradshaw. "Oggi sempre più persone scelgono di mantenersi attive per godere di una vita lunga e in salute. Non importa se hai 30, 50 o 70 anni: non è mai troppo presto o troppo tardi per prendersi cura di sé".

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