Quando le madri fanno tutto: l’esperta spiega come cambiare davvero le regole del gioco

Dietro la quotidianità di molte famiglie si nasconde un lavoro spesso invisibile: quello della pianificazione e dell’organizzazione della vita domestica. Un compito che, nella maggior parte dei casi, continua a gravare soprattutto sulle donne. Recenti ricerche hanno infatti dimostrato più volte come, nonostante i progressi compiuti dalla società in termini di gender equality, le madri tendono a farsi carico delle attività fondamentali legate al benessere della famiglia, come organizzare i pasti, ricordare gli impegni scolastici, portare i figli agli allenamenti o alle visite mediche. I padri, al contrario, si occupano più spesso di compiti occasionali legati alla manutenzione o alla gestione delle finanze.
L'ultima conferma è arrivata da un report pubblicato a fine 2024 sul Journal of Marriage and Family che ha rilevato come le donne gestiscano il 71 per cento delle attività familiari, occupandosi della pianificazione, dell'organizzazione e della programmazione di gran parte della quotidianità. La psichiatra Sue Varma, recentemente intervistata dalla CBS, non si è detto affatto sorpresa dai risultati dello studio. Anzi, ha sostenuto che i dati potrebbero sottostimare la realtà: "Penso che il numero dovrebbe essere ancora più alto".
Un sovraccarico anche emotivo
L’esperienza clinica maturata negli anni ha portato la dott.ssa Varna ad appurare con i propri occhi come molte donne non solo gestiscano quasi ogni aspetto della logistica familiare, ma si facciano carico anche di quell'importante –ma spesso sottovalutata – opera di anticipazione dei problemi, cercando soluzioni prima ancora che emergano. Perché, come raccontano le sue pazienti, "chi dovrà affrontarne le conseguenze, se qualcosa va storto? Sempre noi".

Oltre al peso organizzativo, c’è però anche quello affettivo. In molte famiglie, quando un figlio è malato, è infatti la madre che viene chiamata dalla scuola e che lascia il lavoro per andare a prenderlo. È alla madre che il bambino si rivolge per essere consolato, ed è sempre la madre a dover correre per confortare, pacificare liti e assicurarsi che l'ambiente domestico sia sereno. Per questo Varma ha parlato esplicitamente di un sovraccarico emotivo che spesso si somma a un certo senso di solitudine: molte donne le confidano di non sentirsi davvero affiancate dal partner.
Non basta delegare: serve corresponsabilità
La soluzione, secondo Varma, non può risiedere nella semplice richiesta di ottenere un maggiore supporto, ma nella necessità di cambiare radicalmente paradigma. Le madri non dovrebbero essere costrette a delegare attraverso liste di cose da fare. Il punto è coinvolgere attivamente il partner nella gestione condivisa. Quando inizia l’anno scolastico, per esempio, è utile sedersi insieme e chiedersi: quali attività devono essere svolte regolarmente? Chi può occuparsene? Quali decisioni vanno prese insieme? L'uomo, insomma, non deve essere una semplice sponda, ma un membro attivo che ragiona, organizza e agisce spontaneamente per concorrere al benessere di tutta la famiglia.
"Liberateci definitivamente da alcuni compiti gravosi", ha affermato Varma rivolgendosi alla schiera di mariti, compagni e fidanzati che troppo spesso si dicono pronti ad aiutare ma poi non assumono mai l'iniziativa per farsi carico di faccende come la pulizia della casa, la preparazione dei bambini prima di andare a scuola o l'organizzazione dei pasti serali.

Comunicare meglio per condividere davvero
La psichiatra ha offerto anche anche alcuni consigli pratici su come affrontare la conversazione con il proprio compagno. Evitare di iniziare di punto in bianco a riempire di compiti, il partner, esprimendo invece apprezzamento per i gesti quotidiani positivi, può essere per esempio un buon punto di partenza. Dire "Mi piace quando mi chiedi come sto, quando ti offri di andare a prendere i bambini, quando ti rimbocchi le maniche per dare una mano in casa", è infatti un ottimo modo per incoraggiare l'altro genitore a rivestire un ruolo sempre più proattivo. Solo un dialogo aperto e costante aiuta a costruire una vera collaborazione, non solo logistica ma anche emotiva.