Qual è il ruolo dei nonni nell’educazione dei nipoti agli schermi: la teoria della “mediazione secondaria”

Nel mondo iper-connesso delle famiglie contemporanee, anche i nonni si trovano a dover fare i conti con la gestione dell'uso dei media da parte dei nipoti. Una recente ricerca condotta da Dafna Lemish, professoressa di Giornalismo e Studi sui Media alla Rutgers University (USA), insieme a Galit Nimrod e Nelly Elias dell'Università Ben-Gurion del Negev, ha infatti messo in luce come le nonne, ben lungi dall'immagine stereotipata che spesso si attribuisce loro, possano ricoprire un importante ruolo di mediatrici nel consumo di TV, social e dispositivi digitali da parte dei bambini.
Lo studio, pubblicato sul Journal of Aging Studies, suggerisce infatti che le nonne non solo partecipano attivamente alla supervisione dei media, ma spesso lo fanno seguendo le indicazioni fornite dai genitori, rafforzando così la linea educativa scelta da mamma e papà. I ricercatori hanno definito questo processo "mediazione secondaria" (secondary mediation), ovvero l'adozione da parte di un caregiver secondario – in questo caso le nonne – di regole e strategie di comportamento stabilite da un altro adulto, che di solito è proprio il genitore del bambino.
La mediazione secondaria: un ponte tra generazioni
I media, dai canali tradizionali alle piattaforme digitali, costituiscono per i bambini una delle prime finestre sul mondo, uno spazio in cui imparano a orientarsi, comprendere le dinamiche che li circondano e sviluppare modalità di apprendimento e fruizione più consapevoli. Secondo gli autori dello studio, la teoria della mediazione dei media, tradizionalmente riferita al ruolo dei genitori, dovrebbe pertanto essere ampliata per includere anche questa forma di "mediazione secondaria" che rappresenta un ponte importante tra generazioni e offre una chiave di lettura innovativa per comprendere le dinamiche familiari legate all’educazione digitale.

"Ci sono molte ricerche su come i genitori gestiscono l'uso dei media dei figli, limitando il tempo davanti agli schermi, controllando i contenuti o condividendo esperienze come guardare insieme un film o giocare a un videogioco, ma pochissima attenzione è stata data ai nonni, che in molte famiglie svolgono un ruolo costante nella cura dei nipoti", spiega Lemish nella presentazione della ricerca. La professoressa ha anche raccontato di essersi sentita personalmente coinvolta in questo tema anche come nonna: da qui la curiosità di indagare se i nonni tendano a seguire le regole imposte dai genitori o, al contrario, se mostrino un atteggiamento più permissivo, talvolta "viziando" i nipoti con un approccio più flessibile.
Regole condivise e libertà concesse: il ruolo dei nonni
Lo studio, hanno premesso gli stessi autori, si è concentrato principalmente sulle nonne in quanto nella cultura di riferimento (quella americana), il ruolo di cura ed educazione è ancora fortemente caratterizzato dal genere. La ricerca della Rutgers University ha così coinvolto 267 coppie di nonne e madri di bambini tra i 4 e gli 8 anni. Le nonne sono state intervistate telefonicamente, mentre le madri hanno risposto a un questionario online con le stesse domande, permettendo così di confrontare le percezioni dei due gruppi.
I risultati dello studio hanno così mostrato che il modo in cui le nonne agiscono sull'uso dei media da parte dei nipoti può dipendere da diversi fattori: la qualità del rapporto tra madre e nonna, il livello di familiarità con le tecnologie, il grado di istruzione e il tempo effettivamente trascorso insieme ai nipoti. Non esiste dunque una formula unica e ogni famiglia può creare un proprio equilibrio tra regole, fiducia e autonomia.

L'indagine ha però evidenziato una distinzione significativa tra l'uso interattivo e non interattivo dei media. Le nonne sembrano infatti esercitare una maggiore mediazione quando si tratta di attività non interattive, come la visione di programmi televisivi, video su YouTube o film, mentre risultano meno coinvolte nel controllo dei videogiochi o delle attività online più dinamiche. Questo dato riflette, almeno in parte, una questione generazionale: molti nonni si sentono più a loro agio con mezzi familiari come la televisione, mentre possono trovarsi meno preparati a comprendere o gestire l’universo digitale più complesso dei giochi online e dei social.
L'importanza di un linguaggio familiare comune
Un punto chiave emerso dallo studio riguarda la necessità che genitori e nonni condividano una visione comune sull’uso dei media. Differenze troppo marcate possono creare confusione nei bambini, che tendono a percepire le contraddizioni tra le regole imposte dai genitori e la maggiore libertà concessa dai nonni. "È importante che genitori e nonni si confrontino apertamente sulle proprie opinioni e definiscano insieme valori e regole condivise", ha sottolineato Lemish. "Solo così si può creare un ambiente coerente, che tenga conto sia delle caratteristiche del bambino sia delle circostanze familiari".

Lemish consiglia dunque di discutere in anticipo su quali regole si desidera applicare – come i limiti di tempo, i contenuti consentiti o i momenti della giornata dedicati agli schermi – ma anche di prevedere le eccezioni in situazioni particolari: se ad esempio il bimbo è malato, può essere concesso uno strappo alla regola sul tempo concesso per guardare la TV. In altre parole, nonni e genitori dovrebbero lavorare come una squadra, bilanciando tra disciplina e una certa flessibilità.
Quali sono i rischi del tempo davanti agli schermi
Il ruolo dei nonni come mediatori digitali è fondamentale non solo per mantenere l'armonia familiare, ma anche per proteggere i bambini dai rischi legati a un uso improprio dei media. Lemish ha sottolineato come la ricerca abbia ormai dimostrato l'impatto significativo dei contenuti digitali sullo sviluppo dei più piccoli. Un'eccessiva esposizione a schermi o a contenuti inappropriati può favorire l'isolamento, l'aggressività, il bullismo online, la diffusione di stereotipi di genere o razziali, e una precoce commercializzazione dell'infanzia. Ma, allo stesso tempo, i media possono offrire enormi opportunità educative e di crescita. "Se usati in modo consapevole, i media possono arricchire l'apprendimento, stimolare la curiosità e favorire lo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo dei bambini", afferma Lemish. I nonni, in questo contesto, possono svolgere un ruolo prezioso nel promuovere contenuti di qualità, incoraggiare la visione condivisa e favorire momenti di dialogo e riflessione.