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Perchè il neonato si mette le mani in bocca e si mangia i pugnetti: la fase orale

Mettere le mani e i pugnetti in bocca è uno dei comportamenti più comuni nei neonati. Un gesto istintivo che rientra nella cosiddetta fase orale, primo stadio dello sviluppo secondo Freud. Un momento cruciale in cui il bambino esplora, si calma, comunica e inizia a conoscere il mondo che lo circonda attraverso la bocca.
A cura di Niccolò De Rosa
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La fase orale è una tappa fondamentale dello sviluppo infantile che si manifesta, fin dai primi mesi, con un gesto universale: il neonato che si porta le mani alla bocca. Un comportamento che non solo è normale, ma rappresenta anche una modalità attraverso cui il bambino esplora sé stesso e il mondo che lo circonda. Introdotto nel panorama teorico da Sigmund Freud, padre della psicanalasi, la fase orale rappresenta il primo stadio dello sviluppo e si estende indicativamente dalla nascita fino ai 18 mesi.

Durante questo periodo, la bocca diventa il principale strumento attraverso cui il neonato esplora il mondo, trova conforto e inizia a conoscere sé stesso. L'istinto di di mettersi le mani in bocca può però essere dettato anche ad altri bisogni differenti, dalla fame alla ricerca di conforto, fino ai primi fastidi della dentizione.

Perché il neonato si mette le mani in bocca e mangia i pugnetti

Osservare il proprio bimbo che s'infila continuamente le mani in bocca potrebbe allarmare alcuni genitori, tuttavia, almeno nella primissima fase dell'infanzia, questa abitudine rappresenta la risposta a molteplici esigenze, nessuna delle quali meritevole di particolare preoccupazione.

La fase orale è quel periodo in cui i bambini utilizzano la bocca per conoscere il mondo che li circonda
La fase orale è quel periodo in cui i bambini utilizzano la bocca per conoscere il mondo che li circonda
  • Esplorazione e curiosità: già a partire dai due mesi, il neonato inizia a osservare le proprie mani e, poco dopo, le porta alla bocca. È il primo oggetto a lui accessibile e rappresenta uno strumento ideale per esplorare l’ambiente attraverso il senso più sviluppato: quello orale.
  • Conforto e autocalma: la suzione ha un effetto calmante. Il gesto di portare le mani bocca è spesso osservato dopo la poppata o nei momenti di stanchezza. È un modo naturale con cui il bambino si rilassa e si consola.
  • Fame: nei primi mesi, il piccolo associa la suzione al nutrimento. "Mangiarsi" i pugnetti può dunque essere un primo segnale di fame, una richiesta implicita di essere nutrito, riconoscibile anche dall’intensità del gesto.
  • Dentizione: intorno ai 4-7 mesi, ma talvolta anche prima, inizia il fastidio gengivale legato alla comparsa dei primi denti da latte. Strofinare le mani sulle gengive aiuta ad alleviare il dolore e stimola l’eruzione dei denti.
  • Sviluppo motorio: coordinare mani e bocca richiede attenzione e controllo. Mettersi le mani in bocca rafforza la coordinazione occhio-mano e contribuisce allo sviluppo delle abilità motorie fini.
  • Sviluppo sensoriale e del linguaggio: la bocca è una delle zone più sensibili del corpo nei primi mesi di vita. Stimolare questa area migliora la consapevolezza corporea e prepara il bambino all’emissione dei suoni, gettando le basi per il linguaggio.
Fame, comparsa dei primi denti o desiderio di esplorare il mondo sono solo alcuni dei motivi per cui i bimbi si mettono i pugnetti in bocca
Fame, comparsa dei primi denti o desiderio di esplorare il mondo sono solo alcuni dei motivi per cui i bimbi si mettono i pugnetti in bocca

Cosa fare quando il neonato mette le mani in bocca

Sebbene il gesto di portarsi le mani alla bocca sia nella maggior parte dei casi assolutamente fisiologico, può capitare che i genitori si interroghino sulla sua frequenza o intensità. In linea generale, non bisogna impedire questo comportamento, ma accompagnarlo in modo sicuro e consapevole. Ecco alcuni consigli utili:

  • Garantire l’igiene: le mani del neonato vanno tenute pulite. È buona abitudine lavarle spesso con acqua e sapone, specialmente se il bambino frequenta ambienti esterni o se tocca oggetti che possono essere veicolo di germi e batteri.
  • Osservare il contesto: se il gesto è associato a irritabilità, difficoltà nell’alimentazione o risvegli notturni frequenti, potrebbe essere legato alla dentizione o ad altri piccoli disagi. In questi casi è utile confrontarsi con il pediatra.
  • Offrire alternative sicure: anelli da dentizione, ciucci o giocattoli morbidi (che però non devono essere lasciati nel lettino durante il sonno per evitare il rischio di soffocamento) possono rappresentare un valido supporto. Tuttavia, è importante guidare l’uso di questi strumenti e favorire un distacco graduale da ciuccio e suzione passiva entro i 12 mesi.
  • Evitare reazioni negative: gridare o impedire bruscamente al bambino di portarsi le mani alla bocca può generare frustrazione. È meglio intervenire con dolcezza e proporre attività alternative se si ritiene che il gesto sia eccessivo o non più adeguato all’età.
L'abitudine a portare mani e oggetti alla bocca viene spesso osteggiata dai genitori, ma nei 18 primi mesi di vita dei bambini è un comportamento assolutamente normale e da non scoraggiare
L'abitudine a portare mani e oggetti alla bocca viene spesso osteggiata dai genitori, ma nei 18 primi mesi di vita dei bambini è un comportamento assolutamente normale e da non scoraggiare

Comprendere il significato di questo comportamento permette di sostenere in modo più sereno e informato la crescita del bambino, lasciandogli lo spazio necessario per scoprire il proprio corpo e interagire con il mondo circostante. La fase orale non è solo un momento passeggero, ma un passaggio cruciale nello sviluppo emotivo, motorio e cognitivo del neonato.

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