Perché fare il corso preparto: “Aiuta i genitori a essere più sicuri”, cosa c’è da sapere e quando farlo

Quando la gravidanza entra nel vivo e il termine si avvicina, ostetrici e ginecologi consigliano ai futuri genitori di iscriversi a un corso preparto, un passaggio che aiuta a prepararsi in modo più consapevole agli ultimi mesi di gestazione, a gestire l’ansia e a sapere cosa aspettarsi davvero in sala parto. Non si tratta però di un appuntamento che riguarda esclusivamente le mamme: anche ai padri è caldamente suggerito di partecipare, sia per rafforzare il legame con la partner in un momento intenso ed emotivo, sia per poterla sostenere concretamente durante le fasi del travaglio e del parto.
Corso preparto: perché seguirlo
I corsi preparto hanno un obiettivo chiaro: accompagnare la coppia in un percorso di informazione e consapevolezza che riduca paure e incertezze. Come spiega Floriana Carbone, ginecologa del Policlinico di Milano, seguire un corso preparto è sicuramente utile per prepararsi fisicamente e psicologicamente al parto, perché "consente di acquisire delle informazioni utili, di creare una rete di supporto anche con altre mamme, di conoscere ed esplorare l'ambiente in cui si andrà a partorire e di confrontarsi con i professionisti sanitari".
Non si tratta però di acquisire solo della mera teoria: la possibilità di fare domande dirette agli specialisti e di incontrare altre coppie aiuta a normalizzare dubbi e timori. "Ci sono studi che confermano che le donne che frequentano i corsi di accompagnamento alla nascita arrivano al parto più sicure e più serene – prosegue la dottoressa – proprio perché la coppia ha acquisito tutte le informazioni importanti che riguardano il travaglio o il percorso in generale".

Quando iniziarlo
Il momento giusto per iscriversi a un corso preparto non è troppo vicino alla data presunta del parto, ma nemmeno troppo presto. Secondo la ginecologa, è una norma comune prenotare il corso tra la ventesima e la ventiquattresima settimana, anche se ovviamente le tempistiche possono variare in base alle esigenze delle singole famiglie. Iniziare intorno alla metà della gravidanza consente di affrontare con calma tutti i temi, avere il tempo di metabolizzare le informazioni, prepararsi fisicamente (ad esempio con esercizi per il pavimento pelvico) e organizzare tutto il necessario per l’ospedale. In molti corsi si formano gruppi di mamme con età gestazionali simili: in questo modo le esigenze e i dubbi sono condivisi e più pertinenti a quella fase della gravidanza. In media, il percorso prevede da un minimo di cinque a un massimo di 10-12 incontri.
Cosa si impara
I corsi preparto non si limitano a spiegare come funziona il travaglio o quali sono le fasi del parto. Il loro approccio è globale e multidisciplinare. "Durante il corso – precisa la dottoressa Carbone – si affrontano argomenti che riguardano non soltanto la gravidanza e il parto, ma anche l'allattamento e l'accudimento del bambino".

Si parla di alimentazione in gravidanza, del materiale da portare in ospedale, della gestione del dolore, delle posizioni migliori per allattare e di come riconoscere i segnali del travaglio. Molti corsi prevedono la presenza di ostetriche, ginecologi, psicologi e a volte pediatri. È importante anche il lavoro sul pavimento pelvico e la visita dell’ambiente in cui si partorirà, che può aiutare a ridurre ansia e paure. Per i papà è l’occasione di apprendere come sostenere la partner nei momenti più concitati e di sentirsi partecipi in modo attivo.
Quali elementi considerare nella scelta del corso
I corsi preparto sono offerti sia da strutture pubbliche (ospedali, consultori) sia da centri privati. Di solito si formano gruppi di mamme con età gestazionali simili: in questo modo le esigenze e i dubbi sono condivisi e più pertinenti a quella fase della gravidanza. In media, il percorso prevede da un minimo di cinque a un massimo di 10-12 incontri. Ma come sceglierlo?
"È consigliabile farlo presso la struttura dove si andrà a partorire – suggerisce Floriana Carbone – per familiarizzare con l'ambiente e con i professionisti". Ciò permetterebbe infatti di conoscere già l’équipe che assisterà al parto e di ambientarsi negli spazi. Tuttavia non è obbligatorio: «Se la paziente per motivi logistici trova comodo fare il corso nel consultorio o in uno studio privato vicino casa e poi decide di andare a partorire in un grande ospedale in città, si deve sentire assolutamente libera di poterlo fare».
Quel che conta davvero è verificare la qualità e la completezza dell’offerta: che gli operatori siano qualificati, che il programma sia articolato e includa anche un confronto psicologico, che ci sia spazio per le domande. In fondo, un buon corso preparto non offre solo nozioni, ma accompagna le coppie a vivere la nascita del loro bambino con maggiore serenità e fiducia.