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Per la metà dei genitori crescere figli significa perdere parte della propria identità: lo rivela un sondaggio

Diventare genitori trasforma la vita e l’identità di ogni adulto, ridefinendo priorità, ambizioni e tempi di sé. Un recente sondaggio condotto su duemila genitori mostra un quadro lucido e realistico: quasi la metà dedica meno di due ore alla settimana alla crescita personale, mentre oltre il 50% ritiene che la genitorialità abbia frenato la carriera. Tra sonno, vita sociale e hobby sacrificati, molti ammettono di sentirsi “sradicati da sé”. Eppure, tra rinunce e nuove consapevolezze, emerge anche una forma diversa di crescita che nasce nel continuo equilibrio tra ciò che si perde e ciò che si diventa.
A cura di Niccolò De Rosa
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Diventare genitori è un atto d’amore che trasforma per sempre la vita di un adulto, ma anche un passaggio che ridefinisce in profondità l'identità personale. Dal primo vagito del proprio bambino, madri e padri si ritrovano investiti di nuovi ruoli e responsabilità che, pur donando una profonda ricchezza emotiva, contribuiscono a plasmare "nuove versioni" di sé. Una nuova conferma di questo fenomeno arriva da un sondaggio condotto su un campione di duemila genitori che sono stati chiamati a riflettere sul modo in cui la maternità e la paternità influenzano la crescita individuale, le ambizioni e la vita quotidiana.

I risultati, diffusi da Headway – app dedicata all'auto-formazione e ai riassunti di saggi – mostrano come la maggior parte degli intervistati abbia rinunciato a opportunità di carriera per far fronte alle esigenze legate alla crescita dei figli, mentre quasi la metà dei genitori coinvolti (circa il 49 per cento) ha dichiarato di riuscire a dedicare solo poche ore alla settimana (o meno), alle attività che prima dell'arrivo dei bambini rappresentavano una parte significativa della propria identità.

Il tempo per sé, un lusso raro

Stando a quando emerso dal sondaggio, a influire maggiormente sulla percezione del cambiamento tra la vita prima e dopo la nascita dei figli è proprio la drastica riduzione del tempo che i padri, ma ancor di più le madri, riescono a ritagliare per loro stessi. Se infatti poco meno della metà dei genitori coinvolti dichiara di dedicare due ore o meno alla settimana al proprio sviluppo personale, il 12 per cento ammette di non trovare neppure un momento per sé. Un dato che si accentua ulteriormente nelle famiglie numerose, dove tra chi ha tre o più figli, il 17 per cento afferma di non riuscire a ritagliarsi nemmeno un’ora libera in tutta la settimana.

I tanti impegni della genitorialità riducono drasticamente il tempo da dedicare a sé stessi
I tanti impegni della genitorialità riducono drasticamente il tempo da dedicare a sé stessi

La maggior parte dei genitori cerca di compensare, "rubando" qualche decina di minuti alla notte o alle prime ore del mattino: il 43 per cento riesce a dedicarsi a hobby o attività personali solo quando i figli dormono, il 18 per cento si alza prima dell’alba, il 22 per cento si affida agli imprevisti della routine quotidiana. Il 50 per cento riconosce poi che la genitorialità ha ostacolato la propria crescita personale, e per il 57% gli impegni familiari hanno comportato il rifiuto di opportunità lavorative.

Ambizioni sospese e carriere rallentate

L'impatto della genitorialità non impatta solamente sulla vita di tutti i giorni, ma anche con le grandi scelte in ambito lavorativo e di realizzazione personale. Un genitore su cinque ritiene che l'arrivo dei figli abbia compromesso la carriera, il 34 per cento afferma di aver perso parte della propria ambizione, mentre il 7 per cento ammette di averla smarrita del tutto.

Dietro questi numeri si legge una difficoltà collettiva a conciliare la sfera familiare con quella professionale, soprattutto in una società che continua a premiare la produttività individuale più della cura e dell’equilibrio. La genitorialità, in questo senso, diventa una prova di adattamento costante, un esercizio di resistenza più che di realizzazione. "È una necessità evolutiva mettere da parte i nostri bisogni per i nostri figli", ha spiegato sul sito Parents Natasha Thapar-Olmos, psicologa clinica e professoressa alla Pepperdine University della California. "Il processo di essere e diventare genitori cambia le priorità, quindi potresti sentirti meno motivato a ottenere quella promozione entro la fine dell'anno, o meno motivato a scalare la scala professionale perché non sei più disposto a lavorare nei fine settimana. Oppure, semplicemente non puoi, perché stai anche facendo 20 lavatrici al giorno".

Secondo l’indagine, avere figli influisce inevitabilmente con scelte professionali o di sviluppo personale.
Secondo l’indagine, avere figli influisce inevitabilmente con scelte professionali o di sviluppo personale.

Il prezzo invisibile della cura

Simili aspetti si ripercuotono inevitabilmente anche sul benessere psicologico dei genitori, i quali spesso dichiarano di rimpiangere la libertà di viaggiare (51 per cento del campione), la vita sociale prima della nascita dei bambini (59 per cento) e la qualità del sonno degli anni senza figli (42 per cento). Un quarto degli adulti coinvolti arriva perfino a considerare la genitorialità come una fonte di isolamento sociale che porta ad allontanare anche gli amici più stretti, soprattutto se questi non hanno figli a loro volta.

Crescere, anche mentre si cresce qualcuno

Eppure, tra le righe, si percepisce anche una forma diversa di crescita. Se la genitorialità sottrae tempo e spazio, offre in cambio una prospettiva nuova su sé stessi: insegna la resilienza, la capacità di adattarsi, la consapevolezza dei propri limiti.
Crescere un figlio significa spesso mettere in pausa la propria traiettoria per scoprire che lo sviluppo personale non è solo una questione di tempo o di ambizione, ma anche di profondità. Il sondaggio di Headway racconta così una verità poco visibile ma largamente condivisa, ossia che l'essere genitori oggi non è affatto un atto di rinuncia, ma un continuo esercizio di equilibrio tra ciò che si perde e ciò che si diventa.

Secondo gli esperti, un intervento strutturale da parte della politica per realizzare una società finalmente "a misura di famiglia", potrebbe pertanto contribuire notevolmente a ridurre gli "effetti collaterali" della genitorialità. Garantire per tutti la possibilità di accedere ad asili e scuole per l'infanzia a costi ragionevoli, rafforzare i congedi parenatali (anche per i papà), garantire orari e modalità di lavoro più flessibili e migliorare i servizi di assistenza all'infanzia sono tutte misure che possono aiutare madri e padri a un migliore bilanciamento tra lavoro e compiti di cura, aumentando indirettamente anche lo spazio di manovra per consentire ai genitori di trovare qualche ora in più da dedicare al proprio benessere, un'esigenza che non ha nulla di egoistico e che migliora la serenità familiare.

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