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Nove abitudini dei genitori che aiutano i figli a crescere con forti abilità sociali: i consigli della psicologa

La psicologa infantile Reem Raouda, dopo anni di osservazioni sul campo, ha individuato nove pratiche educative che aiutano i bambini a sviluppare solide competenze sociali. Dall’apertura al dialogo alla valorizzazione dei sentimenti, fino alla gestione autonoma dei conflitti, per l’esperta i piccoli gesti quotidiani possono davvero formare adulti empatici e sicuri di sé.
A cura di Niccolò De Rosa
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Spesso i genitori concentrano energie su dettagli che, alla lunga, hanno un peso relativo: insistere perché i figli dicano sempre "per favore" o "grazie", ad esempio, non garantisce di per sé che diventino adulti empatici e sicuri di sé. A ricordarlo è la psicologa infantile Reem Raouda, esperta di genitorialità, che nel corso dei suoi studi "sul campo" ha potuto osservare come i bambini che manifestano solide capacità sociali spesso sono stati cresciuti da genitori che hanno adottato specifici comportamenti, come la costante apertura al dialogo o la tendenza a privilegiare l'autonomia dei giovani anche in contesti delicati come la risoluzione dei conflitti o le prestazioni scolastiche.

In un contributo pubblicato sul sito della CNBC, Raouda ha così individuato nove scelte educative ricorrenti in tutti quei genitori che riescono a favorire lo sviluppo emotivo e relazionale dei più piccoli.

I nove comportamenti per crescere figli con forti abilità sociali

Avendo lavorato con oltre 200 bambini nel corso della sua carriere Raouda, ha capito come coltivare alcune abilità relazionali sin dalla prima infanzia possa garantire ai figli strumenti fondamentali per affrontare il mondo adulto. "Le buone competenze sociali nascono dalla connessione e dalla sicurezza emotiva –ha spiegati – e praticarle presto significa crescere persone empatiche, pronte per le relazioni della vita reale". Ma quali sono queste buone pratiche che aiutano i bambini a capire come relazionarsi sia con le proprie emozioni che con quelle del prossimo? L'esperta ne ha indicate nove in particolare.

  • Parlare di emozioni a voce alta: secondo la psicologa, la base è insegnare ai bambini il linguaggio delle emozioni. Quando i genitori non hanno paura di dire come si sentono e mostrano come gestire i propri stati d’animo, i figli imparano a fare lo stesso. Questo li rende meno inclini a reagire con rabbia o frustrazione di fronte alle difficoltà e più capaci di riconoscere quello che provano gli altri.
  • L'empatia come modello quotidiano: i bambini osservano e imitano continuamente il comportamento degli adulti. Un genitore che tratta con gentilezza le persone intorno a sé trasmette un esempio potente. Atti semplici, come aprire una porta o rivolgere un complimento, diventano abitudini che i figli porteranno con sé. "I gesti di gentilezza si riflettono nei comportamenti dei bambini", osserva Raouda.
  • Riparare dopo i conflitti: saper chiedere scusa e riaprire il dialogo dopo una lite è un’abilità fondamentale per costruire relazioni sane. Raouda sottolinea che i genitori dovrebbero insegnare ai figli a riconoscere la propria parte di responsabilità e a trovare soluzioni, evitando l’idea di avere sempre ragione. Questo atteggiamento li prepara a rapporti equilibrati anche in età adulta.
  • La fiducia che nasce dall’autonomia: lasciare che i bambini provino a fare le cose da soli, anche a costo di sbagliare, rafforza la loro sicurezza. Non si tratta di pretendere la perfezione, ma di incoraggiare il tentativo. "Quando diciamo ‘mi piace come hai continuato a provare’, i figli si sentono capaci e connessi, senza bisogno di essere perfetti", scrive la psicologa.
  • Riconoscere i segnali sociali: le relazioni si basano anche su dettagli impercettibili: un’espressione del volto, un tono di voce. I genitori possono aiutare i figli a cogliere questi segnali, spiegando cosa può significare un cambiamento nell’umore di un compagno o di un amico. Sono "micro-lezioni", come le definisce Raouda, che con il tempo formano adulti empatici e socialmente consapevoli.
  • Dare valore ai sentimenti: un altro passo importante è non minimizzare quello che i bambini provano. Dire frasi come “non è niente” può farli sentire ignorati. Meglio ascoltare e chiedere loro di raccontare cosa li ha turbati. In questo modo, si rafforza la loro autostima e la fiducia nel rapporto con i genitori.
  • Lasciare che i bimbi gestiscano i contrasti: non sempre gli adulti devono intervenire per risolvere i litigi. Imparare a gestire da soli i piccoli conflitti con amici o fratelli è un’occasione preziosa per sviluppare resilienza e capacità negoziali. “Le migliori lezioni avvengono quando i genitori si fanno da parte”, ricorda la psicologa.
  • Sbagliare per imparare: gli errori non vanno considerati fallimenti, ma tappe di crescita. I bambini devono comprendere che assumersi la responsabilità delle proprie azioni è importante, ma senza subire umiliazioni. Correggere e riparare è diverso dal punire in modo eccessivo, e questa distinzione insegna loro ad affrontare con serenità anche le cadute inevitabili della vita.
  • Ascoltare più che fare prediche: infine, la capacità di ascolto conta più dei lunghi discorsi. I bambini imparano il valore del rispetto e della reciprocità se vedono i genitori dare spazio alle loro parole. Parlare meno e ascoltare di più diventa una forma di educazione silenziosa ma molto efficace.
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