Maestra diventa virale con la sua canzone del consenso: “Così spiego ai bimbi che il corpo è solo loro”

Può una canzoncina per bambina diventare uno strumento di educazione e di protezione? In Namibia, una maestra ha dimostrato che sì, è possibile. Con un ritmo allegro e parole semplici, ha insegnato ai suoi piccoli alunni una lezione fondamentale: il corpo appartiene solo a loro e nessuno ha il diritto di toccarli senza consenso. Il video, pubblicato su TikTok, ha rapidamente fatto il giro del mondo, conquistando milioni di visualizzazioni e finendo per essere ripreso dai media internazionali, riaccendendo i riflettori sul cruciale tema della prevenzione degli abusi sui minori.
Un'idea semplice ma potente
La protagonista è Gelda Waterboer, insegnante alla Rogate Primary School in Namibia. In una registrazione diventata virale, la si vede guidare la sua classe di prima elementare in un coro entusiasta, con i bambini cantano insieme a lei una canzone che ripete come un mantra il concetto di "parti private" e il diritto a dire no: "Queste sono le mie parte private, queste sono le mie parti private e nessuno dovrebbe toccarle".
In poco più di una settimana il video ha raggiunto 92 milioni di visualizzazioni, trasformando la docente in un fenomeno social. I gesti e le parole sono chiari: Waterboer indica le zone del corpo che nessuno dovrebbe toccare o vedere, e invita i bambini a denunciare subito eventuali abusi, rivolgendosi ai genitori o agli insegnanti. Un messaggio importante e veicolato con un linguaggio diretto ma adatto all’età, tanto che i piccoli partecipano cantando con energia.
Elogi e critiche
La maggior parte degli spettatori ha lodato l’iniziativa, definendola un esempio concreto di prevenzione. Qualcuno, però, ha espresso dubbi sull’opportunità di affrontare un tema così delicato con bambini così piccoli. A queste critiche la maestra ha risposto senza esitazione: insegnare a dire “no” non è solo una questione di buone maniere, ma un modo per proteggere i più vulnerabili.
In un video successivo, Waterboer ha infatti ribadito il suo pensiero: "Ogni bambino deve sapere che il proprio corpo appartiene a lui, e nessuno ha il diritto di toccarlo in modo sbagliato o che provoca disagio". L'insegnante ha poi ricordato come sia compito di adulti, genitori ed educatori creare spazi sicuri dove i più piccoli possano sentirsi liberi di parlare e denunciare situazioni sospette.