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Litigi con i figli adolescenti: la strategia degli esperti per evitare continui battibecchi

Litigare con un figlio adolescente è spesso inutile e controproducente. Esperti e genitori concordano: per evitare conflitti continui basta smettere di rispondere alle provocazioni, restare fermi sulle proprie posizioni e lasciare che i ragazzi imparino dalle conseguenze delle loro scelte.
A cura di Niccolò De Rosa
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Con l’arrivo dell’adolescenza, molti genitori si trovano catapultati in un campo di battaglia quotidiano fatto di discussioni, provocazioni e contrasti continui. Ma è davvero necessario rispondere colpo su colpo? Secondo diversi esperti, la risposta è no ed esiste una strategia tanto semplice quanto efficace per disinnescare i conflitti: smettere di litigare.

Come spiega la parenting coach Alyson Pain, recentemente intervenuta sull'HuffPost Uk, l'adolescente sente il bisogno quasi fisiologico di discutere. Ma ciò non implica che il genitore debba fare lo stesso. "Non è questione di chi ha ragione – afferma – Le relazioni hanno bisogno di spazio per crescere, e questo significa anche accettare prospettive diverse senza dover sempre stabilire un vincitore". Il litigio, in fondo, è una dinamica a due. Se uno dei due interlocutori smette di alimentarlo, il conflitto si spegne. Lo conferma lo psicologo ed esperto di genitorialità Paul Sunseri “Un litigio esiste solo finché entrambi partecipano. Se uno smette di rispondere, l’altro resta a fare un monologo. E non è più una discussione”.

Attenzione ai "depistaggi"

Sunseri ha anche invitato i genitori a fare attenzione alle cosiddette red herrings (espressione anglosassone traducibile con "false piste"), cioè ai tentativi di distrazione che i ragazzi usano per evitare responsabilità o allungare i tempi prima di portare a termine un impegno. Per esempio, di fronte a una richiesta di fare i compiti, il figlio potrebbe rispondere che tanto la geometria serve poco nella vita. È un modo per spostare la conversazione e aggirare il problema. L'approccio suggerito non è pertanto reagire con argomentazioni puntuali o veri e propri contrattacchi per battere colpo su colpo alle parole dei giovani ribelli, ma rimanere fermi sulla richiesta originaria. In pratica, si tratta di ignorare il diversivo e ribadire con calma e fermezza ciò che è stato chiesto.

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E se nonostante gli avvertimenti i ragazzi proseguono imperterriti nel loro comportamento? In tal caso ne subiranno le conseguenze e impareranno dai loro errori. Se ad esempio uno studente si ostina a non finire i compiti, la conseguenza naturale sarà un brutto voto e il ragazzo capirà così che ad ogni causa corrisponde un effetto.

Scegliere le battaglie giuste

Naturalmente, non tutto può essere lasciato al libero arbitrio. Ci sono situazioni in cui l’intervento è necessario: l’uso eccessivo della tecnologia, l’attenzione alla salute o la frequenza scolastica sono ambiti in cui è importante mantenere una guida ferma. Tuttavia, la saggezza sta nel selezionare le battaglie da combattere, evitando di trasformare ogni disaccordo in una guerra. Dopotutto educare un adolescente richiede pazienza, fermezza e la capacità di lasciare spazio. Non per rinunciare al ruolo educativo, ma per assolverlo nel modo più efficace e sereno possibile.

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