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La stretta di mano ispirata all’NBA che ha aiutato una bimba a superare le crisi di pianto: il racconto del papà

Per superare le crisi di pianto della figlia che non voleva separarsi da lui all’ingresso della scuola, un padre ha inventato una stretta di mano speciale ispirata dalle handshake coreografate delle stelle del basket americano. Il gesto, non solo ha tranquillizzato la bambina, ma è riuscito a trasformare il saluto quotidiano in un rito capace di darle sicurezza e caricarla per affrontare la giornata con maggiore fiducia e serenità.
A cura di Niccolò De Rosa
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Per Devin McGovern, papà californiano che vive nella contea di Orange (sì, proprio quella della serie The O.C.), i primi mesi di scuola della figlia sono stati tutt'altro che semplici. Ogni mattina la bambina scoppiava in lacrime, si aggrappava al padre e lo implorava di non lasciarla davanti alla porta della scuola. Una scena difficile da sopportare per entrambi: lei entrava in classe con gli occhi ancora gonfi di pianto, lui restava fuori con il cuore stretto in una morsa.

"L'anno scorso, accompagnarla a scuola è stato uno dei momenti più difficili che ho vissuto come papà. Lacrime, nervosismo, quelle mattine in cui ti chiedi se stai facendo abbastanza", ha spiegato l'uomo nel post su Instagram dove ha condiviso la sua storia. Un giorno però, la smisurata passione di papà Devin per la pallacanestro gli è valsa un'intuizione capace di trasformare quella scena straziante in un rito per iniziare la giornata con il piede giusto.

La stretta di mano e il gioco di squadra

Devin, grande appassionato di NBA, stava guardando alcuni highlights quando ha notato un gesto ricorrente. "Ho visto LeBron James fare il suo saluto speciale con ogni compagno di squadra prima di una partita, e poi Steph Curry fare lo stesso con la moglie e i figli", ha raccontato. "È stato un lampo: perché non creare anche noi un saluto unico, solo nostro?"

Così, il mattino successivo, padre e figlia hanno inventato un piccolo rituale tutto loro: una stretta di mano personalizzata, seguita da un bacio al pugno e un gesto simbolico – "Put the kiss in the pocket " ("mettere il bacio in tasca") – per tenerlo con sé per tutta la giornata. Il risultato è stato sorprendente. "Il cambiamento è stato immediato. Siamo passati da crisi di pianto e urla a poche lacrime, ma con lei che alla fine entrava a scuola serena. Non potevo crederci".

La stretta di mano padre–figlia: si comincia scambiandosi un "doppio" cinque, poi si avvicina il pugnetto alla bocca e lo si bacia. Credits: Instagram/@devinmcgovern
La stretta di mano padre–figlia: si comincia scambiandosi un "doppio" cinque, poi si avvicina il pugnetto alla bocca e lo si bacia. Credits: Instagram/@devinmcgovern

Il potere della complicità

La figlia di Devin – ha il padre in un'intervista a Newsweek – era nata all’inizio della pandemia di Covid e, durante il lockdown, non aveva mai potuto frequentare il nido né trascorrere molto tempo con altri bambini. Probabilmente anche per questo – ha ipotizzato il genitore – l'ingresso prima alla scuola materna e poi al prescuola (negli Stati Uniti è previsto un anno di transizione tra l'asilo e la scuola elementare) si è rivelato per lei un passaggio più difficile del previsto. Grazie a quella stretta di mano coreografata però, la bimba è riuscita a trovare un modo concreto per sentirsi connessa al padre anche durante la separazione. Come un'atleta che si prepara per una grande partita, la bambina ha infatti individuato nel rito un modo per caricarsi e affrontare la giornata con maggiore fiducia.

Quando Devin ha condiviso la loro storia in un breve video su Instagram, il filmato è diventato virale in poche ore. Molti genitori hanno commentato raccontando esperienze simili e ringraziandolo per l’ispirazione."Potresti aver cambiato la mia vita e quella di mia figlia", ha scritto un utente. Da allora, la routine mattutina dei McGovern non è più la stessa. La piccola e il suo papà non iniziano una giornata senza il loro saluto speciale. "Lo facciamo ancora ogni mattina", ha concluso Devin con un sorriso. "Ha cambiato tutto. Era come se avesse bisogno di un gesto fisico che la preparasse al suo big match".

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