Integratori per bambini, il parere dell’esperto: spesso non servono e possono anche essere rischiosi

Negli scaffali dei supermercati e delle farmacie è sempre più facile imbattersi in confezioni colorate di vitamine e minerali pensate per i più piccoli. Promettono di rafforzare le difese immunitarie, stimolare lo sviluppo cerebrale e favorire la crescita. Messaggi accattivanti che convincono molti genitori, soprattutto quelli alle prese con bambini molto selettivi in fatto di cibo, che gli integratori siano un aiuto indispensabile. Ma secondo Nick Fuller, direttore delle sperimentazioni cliniche del Dipartimento di endocrinologia dell'Ospedale RPA dell'Università di Sydney, le cose non stanno così. In un articolo pubblicato su The Conversation, l'esperto ha spiegato che, nella maggior parte dei casi, i bambini non hanno bisogno di tutti questi integratori: una dieta equilibrata è più che sufficiente per garantire il corretto apporto di nutrienti.
I nutrienti che contano davvero
I bambini, come gli adulti, hanno bisogno di una vasta gamma di vitamine e minerali: A, B, C, D, E, K, folati, calcio, ferro, iodio e zinco. Sono tutti elementi fondamentali per lo sviluppo del cervello e del sistema nervoso, la salute delle ossa, la vista, il metabolismo e la funzione immunitaria. Tuttavia, sottolinea Fuller, la fonte migliore resta sempre il cibo. Anche i bambini più selettivi di solito assumono quantità adeguate di nutrienti grazie agli alimenti di uso quotidiano, molti dei quali oggi sono arricchiti con vitamine e minerali. Cereali per la colazione, pane e latte, ad esempio, contengono spesso ferro, calcio, iodio e vitamine del gruppo B.

Nel suo articolo Fuller ha fatto notare come molti prodotti per l'infanzia vantino benefici come una maggiore resistenza alle malattie o una crescita più sana. Le evidenze scientifiche, però, non sembrano confermare tutti questi effetti nei bambini che già godono di una buona salute. Traduzione: chi segue una dieta varia e bilanciata non ha bisogno di integratori. Gli studi dimostrano inoltre che assumere vitamine e minerali attraverso gli alimenti è molto più efficace che prenderli in forma isolata.
Gli alimenti contengono non solo nutrienti, ma anche fibre, enzimi, grassi buoni e composti bioattivi che ne favoriscono l'assorbimento e l'utilizzo da parte dell'organismo. Tutti elementi che le pillole, le caramelle gommose o gli sciroppi vitaminici non possono replicare.
I rischi nascosti degli integratori
Assumere integratori senza necessità, ricorda Fuller, non è poi privo di rischi. Le vitamine liposolubili – come A, D, E e K – si accumulano nell'organismo e, se assunte in eccesso, possono raggiungere livelli tossici. Le conseguenze, spiega l'esperto "possono essere gravi, in alcuni casi persino letali". Anche le vitamine idrosolubili, come la C, se prese in dosi troppo elevate, possono causare disturbi intestinali o interferire con l'assorbimento di altri nutrienti.
C'è poi un altro aspetto da considerare: molti integratori per bambini sono resi più appetibili grazie a zuccheri, aromi e coloranti artificiali. "Questo può minare le buone abitudini alimentari e favorire una preferenza per i sapori dolci", avverte l'esperto, che segnala anche un certo rischio educativo: abituare i più piccoli a ricevere una "pillola magica" ogni volta che rifiutano il cibo può infatti trasmettere il messaggio sbagliato, ossia che un integratore possa sostituire una dieta sana.
L'importanza di un'alimentazione varia
Secondo Fuller, la strada più sicura e sostenibile per garantire ai bambini tutto ciò di cui hanno bisogno passa da una dieta equilibrata e colorata. L'ideale, consiglia, sarebbe includere ogni giorno latte e derivati, carne, pesce, uova, legumi, cereali integrali, frutta secca e verdura di diversi colori. La selettività alimentare – l'atteggiamento che spesso etichettiamo come "schizzinoso" – soprattutto nei primi anni di vita, è molto comune: quasi la metà dei bambini attraversa una fase in cui rifiuta determinati cibi. È un comportamento legato all'evoluzione: gli esseri umani tendevano a evitare alimenti dal gusto amaro, potenzialmente tossici, preferendo quelli più dolci e calorici.
Per aiutare i bambini a superare questa fase, gli esperti consigliano di procedere con piccoli passi e tanta pazienza. Un buon metodo è mescolare alimenti noti e nuovi, ad esempio aggiungendo legumi o verdure al purè di patate per aumentare l'apporto di nutrienti senza alterare troppo il gusto familiare. Anche sostituire gradualmente i cibi raffinati con versioni integrali, come mescolare riso bianco e riso integrale, può essere un modo efficace per abituare il palato a sapori più complessi. Infine, abbinare sapori e consistenze può aiutare a rendere i nuovi alimenti meno intimidatori: presentare la frutta con lo yogurt o aggiungere verdure colorate a piatti già apprezzati, come la pasta, facilita l'esplorazione di gusti diversi in un contesto rassicurante.
Quando gli integratori servono davvero
Esistono, naturalmente, situazioni in cui gli integratori possono essere utili o necessari. È il caso di bambini con diagnosi di carenze nutrizionali, patologie specifiche o regimi alimentari molto restrittivi. In questi casi, la scelta deve sempre essere guidata da un pediatra o da un dietista. Segnali come stanchezza cronica, stitichezza o crescita rallentata possono indicare un problema da approfondire. Ma per la maggior parte dei bambini, conclude Fuller, "gli integratori non sono necessari – e in certi casi possono fare più male che bene". La vera prevenzione, anche per i più piccoli, passa sempre da un'alimentazione equilibrata, varia e consapevole.