Insegnante svela il suo metodo infallibile per i ragazzi “difficili”: cos’è la strategia delle “buone notizie”

Da cinquant'anni, l'insegnante Ann Campbell entra in classe con la convinzione che ogni ragazzo, anche il più irrequieto e incorreggibile, ha un talento che aspetta solo di essere riconosciuto. Avendo lavorato in oltre venti istituti diversi, spesso accogliendo classi considerate "difficili", Campbell ha affinato nel tempo una strategia educativa che lei stessa definisce infallibile. Qualche giorno fa, l'insegnante è diventata virale su TikTok proprio grazie a un video nel quale ha spiegato la sua strategia "delle buone notizie", un metodo costruito sul rispetto, sull'attenzione al potenziale e sull'idea di partire sempre da ciò che funziona per rafforzare l'autostima e offrire stimoli propositivi.
Cercare i punti di forza
Nel suo racconto, Campbell ha spiegato che il suo metodo comincia ben prima del suono della campanella. Ogni volta che riceve l'elenco dei nuovi studenti, si sofferma sui nomi di quei ragazzi considerati ingestibili, irrequieti o particolarmente problematici. Invece di prepararsi al peggio, però, l'insegnante inizia un giro di telefonate ai docenti degli anni precedenti per chieder loro cosa renda "un po' speciale" ciascuno di quegli allievi, alla ricerca di qualsiasi punto di forza – anche il più trascurabile – dal quale partire per iniziare il suo lavoro di "ricostruzione". Un bravo atleta, un disegnatore, qualcuno che fa ridere i compagni: tutto può diventare il punto di partenza per costruire fiducia.
Il potere delle "buone notizie"
Durante l’anno questo sguardo positivo diventa una pratica quotidiana. Campbell ha raccontato di inviare mail e fare telefonate ai genitori per condividere ogni progresso e ogni occasione in cui un ragazzo si è impegnato o ha mostrato un cambiamento. Campbell chiama queste attenzioni "good news calls", "le chiamate delle buone notizie", e stando alla docente non hanno mai mancato di portare risultati. Come quella di un tredicenne con continui problemi disciplinari. Alla prima telefonata positiva, la madre era rimasta senza parole. Nessuno, fino ad allora, aveva detto qualcosa di gentile su di lui. Da quel momento, ha spiegato Campbell, il ragazzo trascorse l'intero anno cercando di meritare un'altra chiamata, diventando perfino un esempio per i compagni.
Campbell, oggi insegnante di letteratura in una scuola del Mississippi, non ricorda più l'ultima volta in cui ha dovuto segnare un provvedimento disciplinare. Per lei il motivo è semplice: quando un ragazzo si sente considerato, non ha interesse a mettersi contro l'adulto. Il suo video social ha raccolto messaggi di gratitudine da genitori, ex studenti e insegnanti che riconoscono quanto un gesto di riconoscimento possa cambiare il percorso di un adolescente. Nel mare di testimonianze, ciò che colpisce di più è la naturalezza con cui Campbell parla di rispetto reciproco. Gli studenti, ha affermato, apprezzano soprattutto quando vengono trattati come persone:"Parlate alla gente come persone e guardate cosa succede". Ed è forse questa la sua lezione più importante.