In Italia si allatta poco nonostante i benefici per i bimbi: l’appello SIP per sostenere le madri senza colpevolizzarle

Allattare non è solo un gesto d’amore e nutrimento: è anche uno dei primi atti di prevenzione che una madre può offrire al proprio bambino. Eppure in Italia resta ancora troppo poco diffuso: solo 3 bambini su 10 vengono allattati esclusivamente al seno nei primi 4-5 mesi di vita. Una nuova revisione scientifica torna a sottolineare i benefici ampi e duraturi di questa pratica e la Società Italiana di Pediatra (SIP) coglie la palla al balzo per rilanciare il dibattito su come sostenere davvero le famiglie e rimuovere ostacoli che oggi rendono difficile scegliere (e mantenere) l’allattamento.
Benefici documentati, ma ancora sottovalutati
La revisione sistematica pubblicata a metà giugno su Pediatrics ha analizzato 29 meta-analisi e 145 studi originali condotti dal 1940 al 2024, confermando in modo robusto che l’allattamento al seno riduce numerosi rischi per la salute del bambino. I dati parlano chiaro: il rischio di asma cala fino al 30 per cento, quello di obesità si riduce dal 15 per cento al 34 per cento nei bambini tra i 2 e i 12 anni, mentre il rischio di leucemia infantile scende del 23 per cento.
Gli esperti segnalano anche un effetto protettivo contro otiti, infezioni gastrointestinali e la mortalità infantile, incluso il rischio di morte improvvisa in culla (SIDS). Questi benefici si sommano l’uno all’altro, offrendo una sorta di "scudo" protettivo che si consolida con la durata dell’allattamento.

Non basta raccomandare, servono politiche di sostegno
Nonostante queste evidenze, in Italia l’allattamento esclusivo nei primi mesi di vita resta ben al di sotto delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2022 solo il 30 per cento dei bambini di 4-5 mesi veniva allattato esclusivamente al seno, con forti differenze tra regioni: dal 13,5 per cento in Sicilia al 43 per cento in Trentino e Friuli Venezia Giulia.
Per SIP, che oggi si è espressa con un comunicato stampa, il problema non risiede però nella mancanza di informazioni sulle proprietà del latte materno, ma nell'assenza di condizioni favorevoli per le madri. "Se vogliamo davvero investire nella salute dell’infanzia, dobbiamo creare le condizioni per rendere possibile l’allattamento", avverte il presidente SIP Rino Agostiniani.

Sostenere senza colpevolizzare
Gli specialisti sottolineano infatti come il punto focale della discussione non sia imporre una scelta, ma renderla davvero accessibile, rimuovendo ostacoli e situazione di solitudine. Ospedali, consultori e luoghi di lavoro giocano un ruolo cruciale: un supporto inadeguato nei primi giorni, la mancanza di aiuto pratico, il rientro frettoloso al lavoro possono compromettere l’allattamento anche in chi lo desidera. Guglielmo Salvatori, responsabile del Tavolo Tecnico Allattamento della SIP, spiega che i benefici dell’allattamento sono ben documentati, ma vanno comunicati con equilibrio: "È fondamentale che le famiglie siano sostenute e informate correttamente, senza pressioni o sensi di colpa, per poter fare scelte consapevoli e serene".
Verso una strategia nazionale
Per affrontare queste criticità la SIP ha avviato, insieme ad altre società scientifiche, un progetto per promuovere una policy condivisa a sostegno dell’allattamento. L’obiettivo è coordinare strategie e strumenti operativi su tutto il territorio nazionale, riducendo le disuguaglianze e garantendo davvero alle madri il diritto di scegliere.