“I ristoranti non sono sale giochi”: creator rivela gli errori dei genitori che infastidiscono di più i camerieri

Nei ristoranti capita spesso di vedere bambini che fanno i capricci, si annoiano o combinano qualche pasticcio, tanto che la discussione riguardante il comportamento dei più piccoli nei luoghi pubblici – e la possibilità di vietare loro l'ingresso – è da tempo uno dei temi più caldi per gli amanti della polemica. Secondo chi lavora in sala ogni giorno, però, non sono i più piccoli il vero problema. A creare difficoltà, spesso, sono gli adulti che li accompagnano, distratti, esigenti o poco consapevoli di come certe abitudini possano complicare il lavoro del personale. A raccontarlo è Alana Fineman, cameriera in California e aspirante comica, che in una fortunata serie di video ha cominciato a raccontare gli inconvenienti più fastidiosi che le è capitato di affrontare durante il lavoro.
Quando il caos non è colpa dei più piccoli
Fineman lavora come cameriera in un ristorante del sud della California e, nel tempo libero, realizza video ironici sui retroscena del suo mestiere. In una recente intervista ha raccontato le peggiori abitudini dei genitori a tavola, specificando però di non voler colpevolizzare nessuno."La maggior parte dei genitori cerca di fare del proprio meglio", ha raccontato al sito americano TODAY.com, sottolineando come sia assolutamente legittimo che i bambini si comportino come tali, tuttavia "ci sono comportamenti che mettono seriamente in difficoltà chi lavora".
Uno dei più frequenti è lasciare il tavolo in condizioni disastrose, ben oltre il normale disordine che può fare un bambino. Se è comprensibile che un neonato rovesci qualche cucchiaio di pappa, è meno accettabile che i più grandi giochino a svuotare bustine di zucchero per terra o a dipingere con il ketchup sui muri. "In quei casi – spiega Fineman – non è il bambino, ma l’adulto a non vigilare".

I ristoranti non sono parchi giochi (né scuole)
Correre tra i tavoli è un altro classico. Ma in un locale affollato e con piatti caldi in circolazione, può essere pericoloso. "Non è un’area giochi – chiarisce Fineman – se inciampi con un vassoio pieno di cocktail o piatti bollenti, puoi far male a qualcuno". In un caso estremo, ricorda, alcuni bambini si sono arrampicati oltre una recinzione e hanno iniziato a lanciare sassi nel patio. "Alla fine un cameriere ha dovuto fare il genitore al posto loro".
Un altro punto critico affrontato da Fineman riguarda quel "tragico" momento durante il quale i genitori trasformano l'ordinazione al tavolo in un esercizio pedagogico. È giusto che i bambini imparino a parlare con i camerieri e a ordinare da soli, ma se il piccolo si blocca e l’adulto insiste, il rischio è rallentare tutto il servizio. "Capisco l’intento educativo – dice Fineman – ma se c’è molta gente, non posso stare ferma ad aspettare che il bimbo superi la timidezza".
Menù ridotti, pazienza finita
Anche le richieste per bambini molto esigenti possono creare attriti. Alcuni genitori, se il ristorante non ha un piatto specifico o non può modificare le ricette, si arrabbiano con lo staff. "Non sempre abbiamo gli ingredienti per ogni variante e bisogna accettare che a volte serve un piano B", si sfoga Fineman. La soluzione? Controllare il menù online prima di prenotare.
Un posto anche per i più piccoli
Infine, un errore apparentemente innocuo ma molto frequente è non contare i bambini nella prenotazione. I genitori, forse per evitare supplementi o per distrazione, non li includono nel numero totale. Ma un seggiolone occupa lo stesso spazio di una sedia, e nei momenti di punta questo può causare ritardi per tutti. "Bastano tre persone in più per compromettere l’organizzazione di un’intera ora di servizio", sottolinea Fineman, il cui messaggio finale vuole essere molto chiaro: andare al ristorante con bambini è assolutamente legittimo, ma occorre un po’ di buon senso e attenzione verso chi lavora.