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I genitori litigano con i figli per il tempo passato davanti a uno schermo per quasi 100 ore l’anno: lo studio

Un recente sondaggio inglese ha indagato il rapporto sempre più complicato tra genitori, figli e tecnologia. Stando ai dati raccolti, il tempo passato usando tablet e smartphone è una delle principali cause di litigi in famiglia, con mamme e papà sempre più preoccupati dalla dipendenza digitale che sta marchiando le nuove generazioni. Secondo molti partecipanti, però, la tecnologia può anche diventare una potente alleata, se usata con equilibrio e consapevolezza.
A cura di Niccolò De Rosa
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Limitare uso degli schermi per i bambini

Ogni anno, i genitori passano in media quasi 100 ore a litigare con i propri figli sul tempo passato davanti agli schermi. Una media che equivale a centinaia di discussioni familiari innescate da tablet, smartphone e computer. Alla base di questi scontri non ci sono solo regole infrante o limiti oltrepassati, ma la paura crescente che gli anni più belli dell'infanzia possano andare sprecati davanti a un tablet. A rivelarlo è un’indagine condotta da Talker Research su 2.000 genitori di bambini tra i 5 e gli 11 anni, commissionata da un'azienda che progetta browser per garantire una navigazione sicura ai più piccoli.

L’ansia dei genitori: infanzia a rischio

Oltre due terzi dei genitori intervistati temono di perdere momenti preziosi con i propri figli a causa della dipendenza da schermo. Ancora più allarmante, il 41% ha confessato che la paura che i loro figli stiano perdendo del tutto la loro infanzia per colpa della tecnologia. Non si tratta solo di un eccesso di tempo online, ma di un’invasione che mina il valore dell’interazione familiare, delle emozioni condivise, del gioco “vero”.

Altri timori molto diffusi riguardano il contatto con contenuti o persone inadeguate: il 51% dei genitori teme la presenza di predatori online, il 46% l’esposizione accidentale a materiale non adatto e il 45% segnala la dipendenza da schermi come un problema reale. Seguono il cyberbullismo (44%), l’influenza negativa dei social media (37%) e i possibili effetti sulla salute mentale (37%). Preoccupa anche il fatto che il 61% dei bambini navighi in rete senza la supervisione di un adulto.

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Effetti visibili (e invisibili)

i segnli di disagio non mancano. Tra i sintomi più comuni causati dall'esposizione eccessiva agli schermi, gli autori dell'indagine hanno rilevato un notevole incremento dell'irritabilità (27 per cento), sbalzi d'umore, sbalzi d’umore (24 per cento) e vere e proprie crisi di rabbia (22 per cento). Il 19% dei genitori ha notato una minore capacità di concentrazione nelle attività scolastiche, mentre un altro 14 per cento segnala difficoltà nel sonno e livelli elevati di ansia.

Piccoli hacker crescono

I bambini, intanto, si fanno sempre più furbi nel dribblare i controlli parentali. Il 39 per cento dei genitori ha scoperto che i figli usano i dispositivi di nascosto, il 20 per cento li ha visti accedere a device alternativi e il 18 per cento ha notato che i bambini riescono a modificare autorizzazioni o restrizioni senza che gli adulti se ne accorgano. Alcuni usano modalità "educative" per navigare liberamente, altri sfruttano i comandi vocali dei dispositivi per aprire app vietate.

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Il peso della resa

Quando arriva il momento di spegnere lo schermo, due genitori su tre confessano di cedere, alimentando un circolo vizioso in cui l’autorità genitoriale si indebolisce. Le discussioni si accendono soprattutto prima dei pasti, il momento in cui le famiglie dovrebbero ritrovarsi. Le liti più frequenti riguardano la durata dell’uso (43 per cento), i contenuti accessibili (18 per cento) e la necessità dell’approvazione per video e giochi (18 per cento).

Molti genitori, soprattutto i più giovani, si sono anche detti pentiti di aver introdotto troppo presto i dispositivi connessi. Il 63 per cento del campione di madri e padri appartenenti alla Gen Z ha ad esempio affermato che avrebbe preferito aspettare e avere più tempo per lavorare sulla consapevolezza dei piccoli nel rapporto con la tecnologia. Inoltre, un terzo degli intervistati riconosce che la propria esperienza infantile con la tecnologia ha influito sulle scelte educative odierne.

Tra rischi e opportunità

Nonostante tutto, lo schermo non è però visto solo come una minaccia. Il 60% dei genitori apprezza che i figli possano esplorare i propri interessi, il 59% riconosce il valore dei contenuti educativi, e il 58% sottolinea l’importanza delle competenze digitali per il futuro. La tecnologia, insomma, non è il nemico, anche se molti contenuti sono pensati appositamente per attirare l’attenzione dei piccoli fruitori e con poca attenzione nei confronti dei messaggi veicolati. Cambiare questo stato di cose sarà la grande sfida dei prossimi anni per evitare che un potente alleato si tramuti definitivamente nel carceriere della fantasia e della creatività dei più piccoli.

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