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I figli adorano fare sport, ma il calendario diventa un incubo per i genitori: “Non possiamo essere ovunque”

Un video virale su TikTok ha raccontato con un tocco d’ironia la quotidianità di una famiglia alle prese con tre figli divisi tra innumerevoli attività sportive. Il calendario, fitto di allenamenti e partite, ha però aperto un dibattito sui social: impegni eccessivi o passione da sostenere?
A cura di Niccolò De Rosa
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"Ho capito di aver commesso un errore: lasciare che i miei figli scegliessero liberamente lo sport che volevano praticare". Con queste parole, affidate a un video su TikTok, l'americana Charity Mutigli ha commentato il groviglio di impegni che si è vista materializzare davanti agli occhi mentre stava compilando il calendario di settembre della famiglia. Madre di tre figli – due bambine e un figlio più piccolo – tutti amanti dello sport e con passioni differenti tra di loro, Charity si è infatti accorta di doversi preparare a settimane di corse forsennate tra palestre e campi sportivi, calcolando ogni spostamento al minuto per poter far combaciare tutti gli impegni.

Una famiglia di sportivi

Come raccontato dalla stesa Charity alla rivista Newsweek, tutto era iniziato con molta leggerezza. Charity e il marito Josh avevano iscritto le figlie alla ginnastica artistica quando erano piccole, solo per favorire la socializzazione. Ma presto la curiosità si è trasformata in entusiasmo, con ogni volantino portato a casa da scuola diventava l'occasione per provare un nuovo sport. "Abbiamo deciso di concedere loro un’attività per stagione", ha raccontato la donna. Da lì è però stato un crescendo, alimentato anche dall’esempio del padre, ex sportivo abituato a destreggiarsi tra più discipline.

Sport e bambine: il segreto del successo
Immagine di repertorio

Oggi i Mutigli vivono dunque in un continuo incastro di orari. La figlia maggiore, 12 anni, si divide tra sei allenamenti  a settimana di corsa campestre e quattro di cheerleading. La secondogenita, 10 anni, alterna tre o quattro allenamenti da cheerleader a due sessioni di corsa. Il più piccolo, cinque anni, gioca invece a calcio una o due volte la settimana e partecipa anche al T-ball, una forma semplificata del baseball. Così, quasi ogni sera, la famiglia rientra a casa alle nove, dopo una giornata trascorsa a correre da un campo all’altro.

Il gioco di squadra è necessario

Per tenere insieme tutto, Charity e Josh hanno imparato a organizzarsi come in una staffetta. "Ci diamo il cambio", ha spiegato lei, ricordando quanto siano però preziosi anche i nonni, gli allenatori e gli altri genitori che si offrono per dare passaggi. La parola chiave è flessibilità: con tre sportivi in casa, ogni giornata diventa un puzzle complicato da risolvere. Nonostante la stanchezza, però, per Charity il bilancio resta positivo. "È bellissimo vederli impegnati in ciò che amano", ha affermato, pur ammettendo di trovare alcuni sport degli praticati dai figli particolarmente noioso da seguire.

Il piccolo sfogo social è subito diventato virale e sul web le reazioni sono state contopposte: tanti genitori hanno commentato di vivere la stessa situazione, ma altri hanno criticato un ritmo che appare eccessivo per dei bambini. Per lei, però, la conclusione è semplice: "Ogni famiglia trova il proprio equilibrio. Non esiste un modello unico di genitorialità: l’importante è scoprire ciò che funziona per noi".

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