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Gli studenti con genitori iperprotettivi sono più fragili quando vanno all’università: lo studio

Un nuovo studio americano rivela che gli studenti cresciuti con genitori iperprotettivi vivono il passaggio all’università con maggiore ansia. L’ipercontrollo familiare sembra ridurre la capacità di affrontare stress e cambiamenti, alimentando fragilità emotiva. I ricercatori puntano ora a capire come favorire resilienza e autonomia nei giovani adulti.
A cura di Niccolò De Rosa
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Il passaggio dalla scuola superiore all'università rappresenta per molti giovani una tappa cruciale, fatta di entusiasmi e nuove sfide ma anche di difficoltà e stress. Secondo una ricerca condotta dalla McGill University in collaborazione con l'Università della California a Los Angeles, gli studenti cresciuti con genitori troppo protettivi o controllanti sembrano avere maggiori probabilità di vivere questo cambiamento con ansia più intensa rispetto ai coetanei.

Lo studio: 240 studenti al centro dell'analisi

Il team di ricerca ha coinvolto 240 matricole della McGill University, monitorandole nelle prime sei settimane del semestre autunnale. Ai partecipanti sono stati sottoposti questionari per valutare lo stile educativo ricevuto dai genitori, i sintomi di ansia e i diversi tipi di stress affrontati durante la transizione universitaria. Le difficoltà segnalate spaziavano dai problemi abitativi a situazioni di lutto o eventi traumatici. Lidia Panier, dottoranda in Psicologia e prima autrice dello studio, ha spiegato che "gli studenti con genitori molto protettivi mostrano un legame più forte tra esposizione a eventi stressanti e sentimenti di ansia". In altre parole, la tendenza a vigilare in modo costante sui figli, anche quando non necessario, sembra ridurre la loro capacità di gestire autonomamente le pressioni della vita adulta.

Pur non dimostrano in modo diretto che l'iperprotezione causi ansia, i risultati dell'indagine si inseriscono quindi in un filone già noto in letteratura scientifica. Studi precedenti hanno infatti evidenziato che crescere con genitori troppo presenti e controllanti favorisce attaccamenti insicuri e peggiora la capacità di regolare le emozioni. Due fattori che, combinati, possono rendere i ragazzi più vulnerabili all'ansia.

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Un rapporto che va in entrambe le direzioni

Panier sottolinea tuttavia che la relazione tra ansia e stili educativi non è necessariamente unidirezionale. In alcuni casi, sono proprio i comportamenti ansiosi del bambino a spingere i genitori verso un atteggiamento più protettivo e controllante. "Queste interpretazioni non si escludono a vicenda" ha spiegato la ricercatrice. "È plausibile una dinamica bidirezionale, in cui i comportamenti del figlio influenzano quelli dei genitori e, a loro volta, incidono sullo sviluppo del bambino".

Gli studiosi auspicano ora ulteriori approfondimenti per chiarire meglio questi legami e per capire come sostenere i giovani adulti che sperimentano ansia nelle fasi di transizione. Una delle ipotesi da esplorare riguarda il ruolo delle relazioni sociali: "Sarebbe interessante verificare se rapporti di supporto con i coetanei, durante gli anni universitari, possano aiutare i ragazzi a diventare più resilienti anche quando sono cresciuti con genitori iperprotettivi", ha concluso Panier. Ad ogni modo, il lavoro dei ricercatori sembra confermare come l'eccesso di protezione, spesso motivato dal desiderio di tutelare i figli, rischi di tradursi in un ostacolo per la crescita dei ragazzi, i quali si ritrovano ad affrontare i problemi del mondo adulto – l'affitto se si è studenti fuori sede, i contrasti sul luogo di lavoro, i problemi relazionali ecc… – senza aver sviluppato le giuste "difese" per cavarsela da soli.

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