Gli indizi per capire se il partner sarà un buon genitore, la psicologa: “Importante saper ridere insieme”

Decidere di avere un figlio è una delle scelte più importanti nella vita di una coppia. Non riguarda soltanto il desiderio di diventare madre o padre, ma implica anche la capacità di assumersi responsabilità, affrontare fatiche quotidiane e ridefinire il proprio equilibrio di coppia. Non basta immaginare il nome del bambino o fantasticare sulla cameretta: la vera domanda è se entrambi i partner siano davvero pronti ad affrontare questa sfida. Ogni gravidanza porta con sé entusiasmo e aspettative, ma anche dubbi legittimi. Si sarà in grado di affrontare notti insonni, crisi di pianto, imprevisti e preoccupazioni? E, soprattutto, il partner con cui ci si imbarcherà in questa avventua avrà le qualità giuste per crescere un figlio con me? Interrogativi che emergono spesso, soprattutto quando una relazione si fa seria e inizia a guardare al futuro in chiave familiare.
Su questo tema è intervenuta la psicologa clinica britannica Julia Goodall, che intervistata dal quotidiano Metro UK ha recentemente indicato alcuni aspetti psicologici e comportamentali utili per capire se il partner ha buone possibilità di diventare un genitore affidabile e presente.
Condividere la stessa idea di genitorialità
Secondo Goodall, prima ancora di pensare a culle e camerette, è importante confrontarsi sulle proprie idee di genitorialità. "Per alcuni lo scopo è crescere figli gentili e rispettosi, per altri significa creare le condizioni migliori perché possano realizzare se stessi", spiega. Chiarire aspettative e convinzioni reciproche aiuta a evitare conflitti futuri e a costruire basi solide per l’educazione dei figli.
Intelligenza emotiva e capacità di gestire i conflitti
Uno degli indicatori principali è il livello di intelligenza emotiva. Un partner capace di riconoscere le proprie emozioni, di parlarne e di mettersi nei panni dell’altro mostra già una risorsa fondamentale per la futura genitorialità. Anche la gestione dei conflitti è un segnale da non sottovalutare: litigare non è un problema, a patto che restino il rispetto reciproco e la capacità di comunicare.

Per crescere un figlio servono poi decisioni quotidiane – da chi accompagna a scuola al chi resta a casa quando il bambino è malato – che richiedono un dialogo costante. Per questo Goodall sottolinea che è essenziale riuscire a esprimere le proprie opinioni senza sminuire quelle dell’altro, perché la qualità della comunicazione di coppia si rifletterà anche nel rapporto con i figli.
Umorismo, gioco e leggerezza
Un altro aspetto, spesso sottovalutato, è la capacità di giocare e sdrammatizzare. Saper ridere insieme, alleggerire i momenti di tensione e non prendersi troppo sul serio è, secondo Goodall, "un segnale di grande flessibilità". La leggerezza, infatti, diventa un alleato prezioso in una quotidianità che può essere faticosa e imprevedibile.
Cura di sé per resistere alle difficoltà
Un buon genitore non deve essere perfetto, ma consapevole dei propri limiti. Chi pratica l'autocompassione, accettando i propri errori, sarà meno incline a giudicare duramente il partner o i figli. Allo stesso modo, prendersi cura di sé significa avere l’energia necessaria per affrontare le sfide della vita familiare. "Non serve un partner che diventi a sua volta un figlio da accudire", avverte la psicologa.

Creatività e capacità di chiedere aiuto
Infine, per Goodall saper improvvisare e trovare soluzioni pratiche rimane una delle qualità importanti, dall'abilità di cucinare una cena anche quando il frigo è semivuoto alla gestione degli imprevisti, come malanni, ritardi o cambiamenti di programma inaspettati. Tuttavia la vera forza, ricorda la psicologa, sta anche nel sapere quando chiedere una mano quando si capisce di non riuscire a tenere il passo. Ammettere di non riuscire a fare tutto da soli non è affatto un segno di debolezza, ma di equilibrio. E l'equilibrio è il collante più efficace per un coppia che decide di avere un bambino.