video suggerito
video suggerito

Gli indizi per capire se il partner sarà un buon genitore, la psicologa: “Importante saper ridere insieme”

Decidere di avere un figlio significa molto più che scegliere un nome o arredare la cameretta. La psicologa Julia Goodall ha recentemente indicato le caratteristiche che aiutano a capire se il partner sarà un buon genitore, dall’intelligenza emotiva alla capacità di comunicare, passando per umorismo e la capacità di prendersi cura di sé.
A cura di Niccolò De Rosa
17 CONDIVISIONI
Immagine

Decidere di avere un figlio è una delle scelte più importanti nella vita di una coppia. Non riguarda soltanto il desiderio di diventare madre o padre, ma implica anche la capacità di assumersi responsabilità, affrontare fatiche quotidiane e ridefinire il proprio equilibrio di coppia. Non basta immaginare il nome del bambino o fantasticare sulla cameretta: la vera domanda è se entrambi i partner siano davvero pronti ad affrontare questa sfida. Ogni gravidanza porta con sé entusiasmo e aspettative, ma anche dubbi legittimi. Si sarà in grado di affrontare notti insonni, crisi di pianto, imprevisti e preoccupazioni? E, soprattutto, il partner con cui ci si imbarcherà in questa avventua avrà le qualità giuste per crescere un figlio con me? Interrogativi che emergono spesso, soprattutto quando una relazione si fa seria e inizia a guardare al futuro in chiave familiare.

Su questo tema è intervenuta la psicologa clinica britannica Julia Goodall, che intervistata dal quotidiano Metro UK ha recentemente indicato alcuni aspetti psicologici e comportamentali utili per capire se il partner ha buone possibilità di diventare un genitore affidabile e presente.

Condividere la stessa idea di genitorialità

Secondo Goodall, prima ancora di pensare a culle e camerette, è importante confrontarsi sulle proprie idee di genitorialità. "Per alcuni lo scopo è crescere figli gentili e rispettosi, per altri significa creare le condizioni migliori perché possano realizzare se stessi", spiega. Chiarire aspettative e convinzioni reciproche aiuta a evitare conflitti futuri e a costruire basi solide per l’educazione dei figli.

Intelligenza emotiva e capacità di gestire i conflitti

Uno degli indicatori principali è il livello di intelligenza emotiva. Un partner capace di riconoscere le proprie emozioni, di parlarne e di mettersi nei panni dell’altro mostra già una risorsa fondamentale per la futura genitorialità. Anche la gestione dei conflitti è un segnale da non sottovalutare: litigare non è un problema, a patto che restino il rispetto reciproco e la capacità di comunicare.

coppia litiga

Per crescere un figlio servono poi decisioni quotidiane – da chi accompagna a scuola al chi resta a casa quando il bambino è malato – che richiedono un dialogo costante. Per questo Goodall sottolinea che è essenziale riuscire a esprimere le proprie opinioni senza sminuire quelle dell’altro, perché la qualità della comunicazione di coppia si rifletterà anche nel rapporto con i figli.

Umorismo, gioco e leggerezza

Un altro aspetto, spesso sottovalutato, è la capacità di giocare e sdrammatizzare. Saper ridere insieme, alleggerire i momenti di tensione e non prendersi troppo sul serio è, secondo Goodall, "un segnale di grande flessibilità". La leggerezza, infatti, diventa un alleato prezioso in una quotidianità che può essere faticosa e imprevedibile.

Cura di sé per resistere alle difficoltà

Un buon genitore non deve essere perfetto, ma consapevole dei propri limiti. Chi pratica l'autocompassione, accettando i propri errori, sarà meno incline a giudicare duramente il partner o i figli. Allo stesso modo, prendersi cura di sé significa avere l’energia necessaria per affrontare le sfide della vita familiare. "Non serve un partner che diventi a sua volta un figlio da accudire", avverte la psicologa.

Immagine

Creatività e capacità di chiedere aiuto

Infine, per Goodall saper improvvisare e trovare soluzioni pratiche rimane una delle qualità importanti, dall'abilità di cucinare una cena anche quando il frigo è semivuoto alla gestione degli imprevisti, come malanni, ritardi o cambiamenti di programma inaspettati. Tuttavia la vera forza, ricorda la psicologa, sta anche nel sapere quando chiedere una mano quando si capisce di non riuscire a tenere il passo. Ammettere di non riuscire a fare tutto da soli non è affatto un segno di debolezza, ma di equilibrio. E l'equilibrio è il collante più efficace per un coppia che decide di avere un bambino.

17 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views