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Essere genitori severi aiuta effettivamente i figli ad avere voti più alti: “Attenzione però all’ego parenting”

Uno studio britannico su 6.000 bambini conferma che lo stile genitoriale più efficace è quello “autorevole”: regole chiare, affetto e coinvolgimento emotivo. Fondamentale anche la stabilità familiare e la frequenza a strutture educative. Quando però l’ego del genitore prevale sul benessere del figlio, allora gli svantaggi per la crescita possono superare di gran lunga i benefici.
A cura di Niccolò De Rosa
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Genitori tigre: chi sono

L’arte di educare non è mai stata semplice, ma oggi più che mai, tra teorie educative in conflitto e modelli genitoriali che oscillano tra iperprotezione e laissez-faire, trovare la strada giusta può sembrare un’impresa. Eppure, una risposta arriva da un’importante ricerca condotta nel Regno Unito. Si chiama SEED (Study of Early Education and Development) ed è uno studio che, dal 2013, sta seguendo 6.000 bambini per capire come l’ambiente – famiglia, scuola, contesto sociale – influenzi il loro sviluppo. I primi risultati sono chiari: il miglior stile educativo è quello "autorevole".

L’equilibrio tra regole e affetto

Secondo i ricercatori, il parenting "autorevole" è una sintesi ben bilanciata tra fermezza e vicinanza emotiva. A differenza dello stile autoritario, fatto di imposizioni e poco dialogo, o di quello permissivo, in cui tutto è concesso, il modello autorevole prevede regole chiare ma anche ascolto, empatia e coerenza. Un approccio in cui il "no" non è un tabù, ma un'occasione di crescita.

I bambini cresciuti in famiglie autorevoli, si legge nel report, mostrano migliori risultati scolastici nella fascia tra i 7 e gli 11 anni in campi come il rendimento in lettura, scrittura e matematica. "Le regole danno sicurezza, ma solo se accompagnate da un coinvolgimento affettivo costante", spiegano gli esperti.

L’importanza della cura e della stabilità

Il successo dell’approccio autorevole non dipende solo dalle regole, ma anche dalla qualità della relazione. Uno degli elementi più significativi evidenziati dallo studio riguarda la stabilità emotiva dei genitori: stress, conflitti e un ambiente familiare caotico sono infatti associati a un calo nel benessere socio-emotivo dei bambini. In particolare, situazioni in cui il genitore si sente spesso irritato o in contrasto con il figlio rischiano di compromettere la crescita armoniosa del bambino.

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A condizionare simili aspetti non è però solo l'ambiente familirare. Lo studio SEED ha anche dimostrato che i bambini che durante i primi anni di vita frequentano strutture educative come nidi e scuola per almeno dieci ore a settimana ottengono benefici significativi nello sviluppo delle competenze scolastiche. Un’ulteriore conferma del valore dell’interazione sociale e dell’educazione formale sin dai primi anni di vita.

Attenzione all’ego parenting

Tra i fattori di rischio, i ricercatori mettono però in guardia da un comportamento molto diffuso tra le madri e i padri che decidono di adottare stili parentali più rigidi, ossia il cosiddetto "ego parenting". Tale atteggiamento porta infatti il genitore a misurare il proprio valore attraverso i successi del figlio, riversando su di esso una grande quantità di energie e aspettative. Un meccanismo che può facilmente portare i ragazzi a soffrire una pressione continua e a sentirsi perennemente sotto esame, penalizzando altri aspetti della crescita.

Mamma tigre

Un recente studio condotto in Cina ha infatti confermato che il modello delle cosiddette madri "tigri" – genitori severissimi che mettono il successo scolastico al primo posto, imponendo regole rigide e sacrificando tutto il resto – può sì spingere i figli a ottenere voti più alti, ma ad un prezzo elevato in termini sociali. I ragazzi cresciuti in questo tipo di ambiente mostrano infatti competenze relazionali più deboli, con meno occasioni di uscire, costruire amicizie e fare esperienze nel mondo reale. L'invito degli esperti è dunque quello di sostenere i figli nel loro percorso, senza proiettare su di loro aspettative sproporzionate.

Il progetto SEED continuerà fino al 2029, quando saranno raccolti gli ultimi dati. Ma già da ora appare piuttosto chiaro come educare bene non significhi essere perfetti, ma saper dosare regole e affetto, fermezza e comprensione. Perché crescere bambini sereni, curiosi e competenti è un lavoro di equilibrio, non di imposizione.

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