Dare burro ai neonati per farli dormire non è una buona idea: le esperte spiegano perché

Quando il pianto incessante di un bebè rende il riposo notturno un'impresa impossibile, molti genitori finiscono a vagare su Internet alla ricerca di un consiglio – anche il più stravagante – per migliorare il sonno dei loro bambini e, di conseguenza, anche il proprio. È questo il caso di un nuovo trend di TikTok che suggerisce ai genitori di dare un cucchiaio o due di burro al proprio neonato prima di dormire per aiutarlo a prolungare il riposo notturno.
In Italia, questa moda non ha ancora preso piede, ma l'idea che alcuni alimenti possano influenzare il sonno infantile non è nuova. In questo caso però, la somministrazione di piccole dosi di burro per tenere buoni i bebè potrebbe nascondere delle insidie per la salute dei piccoli. Per questo le dottoresse Karleen Gribble, Naomi Hull e Nina Jane Chad, ricercatrici e docenti presso l'Università di Sidney, hanno analizzato sul sito The Conversation questa teoria, sfatando alcuni miti e offrendo consigli pratici su come affrontare le difficoltà del sonno nei neonati.
Perché a volte i neonati faticano ad addormentarsi
I neonati passano la maggior parte della loro giornata a dormire ma talvolta hanno bisogno di aiuto per addormentarsi, spesso attraverso il contatto fisico, il movimento o l'allattamento. Inoltre, nei primi mesi di vita non riescono bene a distinguere il giorno dalla notte, il che rappresenta il problema più grande per le mamme e i papà che alla sera sognano di riposarsi dalle fatiche della giornata.

Certo, il latte materno contiene naturalmente la melatonina – un ormone che facilita il sonno, molto presente in diversi infusi e integratori assunti anche dagli adulti che faticano a dormire – ma i neonati allattati artificialmente devono aspettare di produrla autonomamente. Questo processo può richiedere però diversi mesi, durante i quali il sonno notturno rimane frammentato.
Inoltre, come ricordano le tre esperte, i neonati trascorrono più tempo nella fase di sonno leggero rispetto agli adulti. Tale meccanismo li protegge dalla sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS), ma significa anche che si svegliano più facilmente. L'idea che i bambini debbano dormire profondamente e per lunghe ore senza interruzioni, sanciscono le studiose, è quindi ahinoi poco realistica.
Il burro aiuta davvero il sonno?
Sebbene l'ansia dei genitori riguardo al sonno dei bambini sia comprensibile, introdurre cibi solidi prima dei sei mesi di età non è affatto raccomandato. L'apparato digerente dei neonati non è ancora pronto e il rischio di problemi gastrointestinali o infezioni aumenta. In più, il burro è composto quasi esclusivamente da grassi saturi e non fornisce i nutrienti essenziali di cui un bambino ha bisogno in questa fase di crescita.

L'idea che alcuni cibi possano migliorare il sonno dei bambini non è però un falso mito partorito dalla modernità. In passato, ad esempio si pensava che aggiungere cereali o biscotti tritati nel biberon favorisse il riposo notturno, ma la ricerca ha dimostrato che non ci sono benefici concreti. Lo stesso vale per il burro: non esistono prove scientifiche che suggeriscano un suo effetto positivo sul sonno.
Come aiutare i bambini a dormire meglio?
Gribble, Hull e Chad ricordano che il risveglio notturno non sempre èlegato alla fame. Spesso, i neonati si svegliano per altre ragioni, come la temperatura dell'ambiente (troppo freddo o troppo caldo) o un pannolino bagnato. In alcuni casi, invece, non c'è un motivo evidente: semplicemente, il loro ritmo del sonno è ancora in fase di sviluppo e ogni tanto il riposo viene interrotto.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i metodi di sleep training tanto promossi sui social da guru più o meno improvvisati non sono però particolarmente efficaci. Ok, ma allora c'è qualcosa che mamme e papà possono fare per provare a dormire un più durante la notte? Fortunatamente sì, anche se i consigli non riguardano i bimbi, ma gli stessi genitori.
Cercare di dormire durante i riposini del bambino, ad esempio, può essere d'aiuto, così come chiedere supporto ad amici e familiari per le faccende domestiche. Se il pianto del neonato diventa troppo stressante, invece, può essere utile posarlo in un luogo sicuro per qualche minuto e prendersi un momento per calmarsi. Infine, se il sonno del bambino subisce cambiamenti improvvisi o se mostra segni di malessere, è sempre consigliabile consultare il pediatra per escludere eventuali problemi di salute. Altri rimedi, concludono le esperte, sono quasi sempre buoni solo per accalappiare qualche visualizzazione in più.