Cos’è la tendenza “crunchy” e perché può essere pericolosa per la salute dei ragazzi: il parere degli esperti

Negli angoli più inaspettati dei social, soprattutto su TikTok, sta prendendo piede una nuova tendenza che coinvolge sempre più adolescenti. Il trend in questione è quello dei crunchy teen, giovani e giovanissimi che sui propri profili promuovono uno stile di vita naturale e salutare che però molto spesso nasconde derive pericolose e scelte alimentari del tutto discutibili. Spinti da un forte desiderio di benessere e consapevolezza, molti ragazzi americani stanno infatti abbracciando abitudini che escludono ogni forma di cibi industriale (anche quello considerato più sicuro), promuovono detox estremi e, in alcuni casi, arrivano persino a suggerire teorie infondate e potenzialmente dannose.
A lanciare l’allarme è il sito Parents, che ha raccolto il parere di esperti in salute pubblica e nutrizione per aiutare genitori e adolescenti a riconoscere e gestire questa nuova moda che rischia di sbarcare anche in Europa grazie alla viralità di alcuni contenuti spesso legati a un sottobosco culturale vicino alle culture complottiste e anti-sistema.
Cos’è il fenomeno dei "crunchy teen"
Il termine crunchy, da tempo usato per indicare chi adotta uno stile di vita naturale e controcorrente, nasce come associazione al classico mangiatore di granola (quel mix di frutta secca e avena molto presente nei pasti healthy a base di yogurt e frutta), attento all’ambiente e lontano dai prodotti commerciali. Oggi però, negli Stati Uniti, questo aggettivo è passato a indicare quella fascia di popolazione che applica questi principi alla propria alimentazione in modo radicale. Le persone crunchy – giovani, ma anche adulti e, soprattutto, molte mamme – si informano su canali alternativi, spesso diffidano della scienza "ufficiale", leggono le etichette e rifiutano tutto il cibo industriali. Ma dietro a questa ricerca di autenticità si nascondono anche estremismi che destano preoccupazione, soprattutto tra i più giovani, i cosiddetti crunchy teen.

Sui social, infatti, non è raro imbattersi in adolescenti che mangiano carne cruda biologica, promuovono "pulizie intestinali" dai parassiti, o che si permettono perfino di dare consigli alimentari per bambini piccoli. Alcuni spingono anche teorie pericolose, come quella secondo cui alcune marche di snack confezionati potrebbero causare autismo: una falsa credenza smentita da qualsiasi evidenza scientifica, ma che da qualche tempo è oggetto di strane teorie complottiste.
Quando il benessere diventa ossessione
Secondo Susana Ramírez, docente di comunicazione in sanità pubblica all’Università della California, è positivo che i giovani riflettano criticamente sul sistema alimentare e cerchino alternative più sane ai cibi ultra-processati, spesso pubblicizzati in modo aggressivo, tuttavia il problema nasce quando si passa dalla consapevolezza alla disinformazione.
"Su TikTok – spiega Ramírez – le testimonianze personali spesso sostituiscono i dati scientifici. È importante rifiutare il marketing fuorviante delle grandi aziende, ma anche mettere in discussione chi propone diete ‘pure' che finiscono per moralizzare il cibo e disorientare il pubblico". Il rischio, secondo l’esperta, è che si costruisca un rapporto disfunzionale con l’alimentazione, soprattutto in una fase delicata come quella dell'adolescenza.

Il ruolo dei social e i segnali da non ignorare
A preoccupare è anche il potere persuasivo dei social. Secondo alcune ricerche citate da Parents – uno su tutti, un lavoro del 2017 che tracciava un filo tra l'uso di Instagram e l'ossessione per il cibo sano – quasi la metà degli utenti che seguono profili healthy su Instagram mostra sintomi legati a disturbi alimentari. Un altro studio condotto tra studenti universitari ha rilevato che il 50% degli intervistati modifica il proprio comportamento in base a ciò che vede online e che il 48% si sente giudicato per le proprie scelte alimentari.
"Video che usano la paura o la vergogna per parlare di salute – avverte Ramírez – possono alimentare ansia, rigidità e pensieri ossessivi. Anche se l’intenzione è buona, il risultato può essere un distorto senso di purezza, in cui ciò che si mangia diventa misura di valore personale". Non solo: in alcuni casi, il ragazzo o la ragazza in questione trae le proprie convinzioni proprio dall'ambiente familiare.

Negli ultimi anni, complice l'ondata globale di fake news che ha colpito il mondo digitale, sono infatti sempre di più le famiglie che scelgono di affidarsi all'anti-scienza per proteggere i propri cari dalle macchinazioni delle case farmaceutiche e dei "poteri forti" che operano nell'ombra per minare la salute della popolazione. È il caso delle MAHA Moms, le mamme pro-Trump seguaci del Segretario della salute, Robert F. Kennedy Jr, che hanno trasformato la loro quotidianità in un atto politico, rinunciando a tutti gli ingredienti che non siano cento per cento naturali, affidandosi però a regimi alimentari fai-da-te, spesso non adatti alla crescita dei bambini
Consigli per genitori e ragazzi
Lotta Andonian, nutrizionista clinica a Los Angeles, invita i genitori a non reagire con ostilità, ma ad avvicinarsi con curiosità e comprensione. “È bello che un ragazzo voglia prendersi cura di sé. Se mangia più frutta e verdura o sperimenta nuove ricette, è un segnale positivo”, spiega. Ma è importante anche dialogare su ciò che ha portato il ragazzo a seguire certi influencer o adottare comportamenti estremi.

Andonian mette in guardia dalle semplificazioni che circolano online: "La maggior parte di questi influencer non ha alcuna formazione scientifica e le loro raccomandazioni, anche se ben confezionate, possono portare a effetti collaterali: isolamento, perdita di sonno, calo del rendimento scolastico, disturbi dell’immagine corporea". Il consiglio? Aiutare i ragazzi a distinguere tra fonti affidabili e contenuti sensazionalistici, e a prestare attenzione alle proprie emozioni. Se un video suscita ansia o senso di colpa, forse è meglio smettere di seguirne l’autore.
Educare al pensiero critico, anche a tavola
In un contesto dove ogni video può diventare virale e influenzare migliaia di giovani, è fondamentale promuovere l’educazione al pensiero critico. Ramírez sottolinea che va benissimo interrogarsi sulla qualità del cibo industriale, ma è altrettanto importante imparare a riconoscere le bufale, come l'associazione tra alimentazione e autismo. "È fondamentale che i ragazzi imparino a distinguere tra legittime preoccupazioni per la salute e narrazioni allarmistiche prive di fondamento". La chiave, insomma, è trovare un equilibrio: sostenere la voglia di autonomia e informazione dei più giovani, ma fornendo strumenti per orientarsi in un mare di contenuti dove spesso la visibilità conta più della verità.