Come parlare di guerra ai bambini per non spaventarli: i consigli di Save The Children

Negli ultimi anni, dopo l’invasione russa dell’Ucraina el’escalation della violenza in Medio Oriente, la guerra è tornata a essere una presenza quotidiana nella vita di tutti. I telegiornali la raccontano ogni giorno, i quotidiani ne approfondiscono le implicazioni geopolitiche, i social diffondono immagini e video che mostrano la brutalità dei conflitti. Anche chi vive lontano dai luoghi colpiti, come bambini e ragazzi che crescono in contesti di pace, si trova inevitabilmente esposto a questi contenuti. E non sempre ha gli strumenti per comprenderli.
Proprio per aiutare genitori, educatori e adulti di riferimento ad affrontare questo difficile compito, l’organizzazione umanitaria Save the Children ha condiviso una serie di consigli utili su come parlare di guerra ai più piccoli, elaborati dalla psicologa e consulente infantile Ane Lemche per offrire una guida chiara e rassicurante per non lasciare soli i bambini davanti a un mondo che cambia e fa paura.
Ascoltare, anche nei momenti più inaspettati
Il primo passo è semplice, ma fondamentale: fare spazio all’ascolto. I bambini potrebbero fare domande proprio mentre si è impegnati in altro, ma è importante fermarsi e dedicare loro attenzione. Offrire un momento di ascolto sincero li aiuta a sentirsi accolti e compresi. Lasciare che esprimano ciò che sanno, cosa hanno visto o sentito, e come si sentono è un modo per cominciare a costruire un dialogo aperto.
Adattare il discorso all'età
Ogni bambino ha bisogno di parole adatte alla propria età. I più piccoli potrebbero accontentarsi di sapere che "a volte i Paesi litigano", mentre gli adolescenti chiederanno spiegazioni più articolate. È importante fornire informazioni semplici, ma corrette, evitando eccessi di dettagli che potrebbero generare ansia. Come spiega Lemche, "essere sinceri e calmi è più utile di cercare di proteggere a tutti i costi da ogni notizia".

Riconoscere le emozioni dei bambini
Non bisogna sminuire o negare ciò che provano. Se un bambino dice di essere spaventato o confuso, la sua emozione va accolta e legittimata. "È normale sentirsi tristi o preoccupati davanti a certe notizie", ricorda la psicologa. Sentirsi ascoltati senza essere giudicati aiuta i più piccoli a elaborare ciò che provano e a ritrovare un senso di sicurezza.
Tranquillizzare, senza illudere
Un aspetto importante è rassicurare i bambini, ricordando loro che la guerra non è qualcosa che devono risolvere da soli. Gli adulti nel mondo stanno lavorando per trovare soluzioni e riportare la pace. Ai bambini va ricordato che non devono sentirsi in colpa se giocano, ridono o vanno a scuola: la loro serenità è un diritto, anche in tempi difficili.
Infine, Save the Children invita a offrire ai più giovani un modo concreto per sentirsi parte della soluzione. Disegnare cartelloni per la pace, scrivere lettere a chi prende decisioni, raccogliere fondi o organizzare piccole iniziative solidali sono solo alcuni esempi. Dare un ruolo attivo aiuta i bambini a non sentirsi impotenti, ma parte di un mondo che può ancora cambiare.