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Come aiutare un bambino che sta sempre attaccato ai genitori: i consigli delle esperte

L’attaccamento “appiccicoso” dei bambini non è un capriccio, ma un segnale di crescita: nei momenti di incertezza, infatti, i piccoli cercano la vicinanza dell’adulto come porto sicuro. Routine prevedibili, presenza costante e sostegno graduale possono però aiutare a trasformare questa forma didipendenza affettiva in fiducia e autonomia.
A cura di Niccolò De Rosa
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Molti genitori conoscono bene la scena: si prova a fare qualcosa da soli, anche solo per pochi minuti, e subito il bambino si materializza accanto, cercando attenzioni o contatto fisico. Quella che può sembrare un'insistenza esasperante non è però un capriccio, bensì un comportamento tipico della crescita e che rappresenta un modo spontaneo con cui i piccoli esprimono i loro bisogni emotivi.

La tendenza a cercare costantemente la vicinanza dell’adulto è un infatti segnale di crescita, non un problema. Secondo Stefanie Peachey, assistente sociale e mediatrice familiare, i bambini diventano più "appiccicosi" quando si sentono ansiosi o incerti su ciò che li aspetta. In quei momenti, il genitore rappresenta il porto sicuro a cui aggrapparsi. Dal punto di vista emotivo, ha spiegato l'esperta sul sito Today's Parent, le capacità di autoregolazione – ossia l'intrinseca abilità di controllare i propri impulsi – non sono ancora pienamente sviluppate e quando le emozioni diventano troppo intense, la presenza rassicurante dell'adulto è il principale strumento di conforto.

Perché un bambino diventa appiccicoso?

Non tutti i bambini vivono l’attaccamento nello stesso modo. Il temperamento personale gioca un ruolo importante: i piccoli più sensibili, cauti o lenti ad adattarsi alle novità tendono ad avere maggior bisogno di vicinanza fisica. Anche gli eventi esterni possono però amplificare il bisogno di contatto. L’inizio della scuola dell’infanzia, un trasloco o una variazione nelle dinamiche familiari sono esempi concreti di situazioni che generano incertezza e, come spiega Peachey, quando la routine viene interrotta o la vita appare instabile, i piccoli intensificano la ricerca di sicurezza attraverso la vicinanza.

Immagine di repertorio
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La forza della prevedibilità

La buona notizia è che la fase dell’attaccamento intenso tende a ridursi naturalmente, man mano che i bisogni emotivi vengono accolti con costanza e calore. I bambini che sperimentano una disponibilità affettiva coerente sviluppano un forte senso di fiducia. Questo li aiuta, con il tempo, a esplorare il mondo con maggiore sicurezza, sapendo che i genitori sono pronti a sostenerli, anche se a qualche passo di distanza.

Un ruolo decisivo lo giocano le già citate routine. I bimbi (ma anche i ragazzini un più più grandicelli) traggono grande giovamento dalle abitudini poiché, con la loro ripetitività e prevedibilità, offrono importanti punti di riferimento durante la quotidianità. Orari regolari per i pasti e il sonno, piccoli rituali prima di uscire o rientrare a casa, schemi prevedibili durante la giornata contribuiscono a costruire quella sensazione di stabilità di cui i bambini hanno bisogno. La loro assenza può pertanto alimentare frustrazione e ansia, dando origine a comportamenti come pianti improvvisi, regressioni o la tanto temuta "colla" affettiva.

bimbo timido
Immagine di reperotorio

Un percorso verso l'autonomia

Con il giusto sostegno da parte degli adulti l'attaccamento, anziché essere un ostacolo, può rappresentare una base solida per sviluppare autonomia. "Quando i bambini possono contare su adulti disponibili e presenti, imparano a sentirsi sicuri anche senza avere sempre una mano da stringere", ha ricordato Peachey. In questo modo, la vicinanza che oggi può sembrare soffocante diventa la premessa per la libertà e la fiducia di domani.

Per favorire questo cambiamento, il ruolo dei genitori è naturalmente cruciale. Sempre su Today's Parent, la psicologa Amy Dykstra consiglia di partire da un cambio di prospettiva – timidezza e dipendenza non sono sempre aspetti negativi, ma richieste di presenza e pazienza – per poi attuare strategie come il cosiddetto scaffolding ("Impalcatura"), ovvero offrire un sostegno graduale che incoraggia il bambino a compiere piccoli passi fuori dalla propria zona di comfort. Ad esempio, quando il piccolo si trova a giocare in mezzo ad altri bimbi ma esita ad allontanarsi dal genitore, quest'ultimo all'inizio può restare accanto, per poi fare un passo indietro man mano che il bambino si rilassa.

Anche strumenti concreti possono fare la differenza: realizzare tabelle visive delle routine, con scritte o immagini che mostrano le varie fasi della giornata, possono aiutare i piccoli a prevedere cosa accadrà nelle ore successive, riducendo l'ansia da incertezza, mentre oggetti di conforto come pupazzi o giochi antistress offrono sicurezza nei momenti più difficili. L'obiettivo non è forzare l’autonomia, ma costruirla poco alla volta, rispettando i tempi individuali.

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