video suggerito
video suggerito

Carichi eccessivi e poca varietà: la pediatra spiega gli errori comuni dei genitori che fanno fare sport ai figli

Lo sport è fondamentale per la crescita dei ragazzi, ma l’entusiasmo dei genitori può trasformarsi in rischi evitabili. La pediatra sportiva Elise Bixby ricorda l’importanza di sicurezza, gradualità negli allenamenti, alimentazione equilibrata, idratazione e riposo. Solo così i giovani atleti possono crescere sani, motivati e felici.
A cura di Niccolò De Rosa
0 CONDIVISIONI
Immagine

Lo sport rappresenta un aspetto fondamentale nella crescita di bambini e ragazzi, non solo sul piano fisico, ma anche su quello emotivo e sociale, con allenamenti, gare e partite di squadra che insegnano valori importanti come il rispetto per le regole, la collaborazione o la gestione tanto delle vittorie quanto delle sconfitte. Se però è bene che madri e padri incoraggino i figli a uscire dalle proprie camerette per praticare una qualsiasi disciplina sportiva, non sempre l'entusiasmo dei genitori coincide con il benessere dei ragazzi.

A mettere in guardia da alcuni errori comuni è Elise Bixby, medico sportivo che sul New York Post ha recentemente elencato una serie di accorgimenti utili per accompagnare i ragazzi nello sport senza mettere a rischio la loro salute.

Sicurezza e gradualità prima di tutto

Un aspetto spesso trascurato è quello organizzativo. I genitori dovrebbero informarsi sulle risorse messe a disposizione da scuole e società sportive, dalla presenza di un fisioterapista o preparatore atletico, fino ai protocolli per il maltempo. "Sapere se c’è un defibrillatore a disposizione e se tutti sanno dove si trova può davvero fare la differenza", sottolinea Bixby, ricordando che fatalità legate a complicazioni cardiache improvvisa negli atleti giovani rimangono eventi rari, ma non impossibili. La presenza di un piano d'emergenza a tutela dei ragazzi resta quindi un tassello fondamentale.

L'entusiasmo di tornare a giocare dopo mesi di inattività non deve poi tradursi subito in un carico eccessivo. Chi ha passato l'estate tra divano, sdraio da spiaggia e videogiochi non può affrontare subito cinque allenamenti settimanali o sessioni di due(tre ore di sforzi ininterrotti. Molto meglio peremttere ai ragazzi riprendere con gradualità, magari dedicandosi nelle prima settimane di "rientro" ad attività più blande come corsa leggera, partite amichevoli o stretching. Quest'ultimo diventa cruciale soprattutto nei periodi di crescita rapida: muscoli e tendini, che si allungano per adattarsi allo sviluppo delle ossa, rischiano di irrigidirsi e provocare infortuni.

I tre errori più comuni

Tra i rischi più frequenti nello sport giovanile, ricorda Bixby, il primo è il sovraccarico. I ragazzi non hanno la stessa capacità di recupero degli adulti e per questo si consiglia di non superare, in ore di allenamento e partite, l’età del bambino. In altre parole, a 10 anni non più di 10 ore a settimana.

Immagine

Altro errore molto comune è la specializzazione precoce, cioè dedicarsi a un unico sport per più di otto mesi l’anno. Oltre al rischio di infortuni da stress ripetuto, può portare a frustrazione e burnout, soprattutto se il genitore vede nel piccolo atleta un potenziale campione. Meglio alternare discipline diverse, che coinvolgano gruppi muscolari differenti e stimolino capacità motorie più ampie. Tanto, se il giovane ha talento per una determinata disciplina, riuscirà a fare strada anche se nei primi anni accompagna tale attività ad altri sport di "contorno" ma molto utili per lo sviluppo fisico, come il nuoto.

Il terzo scivolone riguarda infine la preparazione fisica. Non bisogna concentrarsi solo sui muscoli "più visibili" come bicipiti o quadricipiti: anche i muscoli del core – schiena e addominali obliqui – svolgono un ruolo decisivo nella prevenzione del mal di schiena e nel miglioramento delle performance.

Quando è il caso di vedere un medico

Se dopo una partita, una gara o un allenamento il ragazzo non riesce a camminare, non può appoggiare peso su anca, ginocchio o caviglia, o se un’articolazione appare gonfia e non si piega o raddrizza del tutto, è fondamentale rivolgersi a uno specialista. Non bisogna mai spingerli a "giocare con il dolore": alterare i movimenti per sopportarlo aumenta il rischio di infortuni più seri e compromette i progressi.

Immagine

Nutrizione, idratazione e riposo: il mix perfetto

L'ultimo aspetto che un genitore non dovrebbe mai sottovalutare è quello relativo all'alimentazione e al riposo. "Noi siamo quello che mangiano", ricorda la specialista riprendendo la famosa massima di Feuerbach. Con l'età, i ragazzi tendono a mangiare più spesso fuori casa e non sempre fanno scelte corrette. L’obiettivo è garantire un apporto adeguato di carboidrati complessi e proteine, evitando di affidarsi solo a cibi zuccherati o snack veloci. Anche bere in a sufficienza è ovvimante importantissimo, soprattutto prima e dopo lo sforzo fisico.

Infine, sia genitori che atleti devono ricordare che il riposo è parte integrante dell’allenamento. Durante il sonno, i muscoli riparano le microlesioni causate dallo sforzo e diventano più forti. Per questo i bambini tra i 6 e i 13 anni dovrebbero dormire almeno 9-11 ore per notte, mentre gli adolescenti tra i 14 e i 17 ne hanno bisogno di 8-10. Inoltre, è consigliato prendersi uno o due giorni a settimana completamente liberi dallo sport.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views