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Adolescenti e prime cotte: come gestire e creare un dialogo con i propri figli

Le prime cotte rappresentano un passaggio cruciale nell’adolescenza, occasione di crescita emotiva e relazionale. Per i genitori il compito non è guidare o giudicare, ma accompagnare con ascolto e rispetto. Accoglienza e dialogo sincero aiutano a rafforzare la fiducia, mentre intrusioni, ironia o svalutazioni rischiano di creare distanze che alla lunga possono diventare incolmabili.
A cura di Niccolò De Rosa
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L'adolescenza è una fase di passaggio complessa e affascinante, in cui i ragazzi iniziano a sperimentare emozioni nuove e intense. Tra queste, le prime cotte occupano un posto speciale. I problemi di cuore possono arrivare all’improvviso, senza un momento preciso che segni il loro inizio – c'è chi inizia già alle scuole medie a provare interesse romantico e chi più tardi – spesso con modalità e intensità del tutto imprevedibili. L'aspetto comune riguarda il farro che si tratta sempre e comunque di esperienze significative, che contribuiscono a costruire l’identità affettiva e sociale dei ragazzi. In questo scenario, il ruolo dei genitori è fondamentale non tanto per guidare le emozioni, ma per accompagnarle, offrendo ascolto, accoglienza e comprensione.

Mio figlio è alle prese con le prime cotte: come comportarsi

Quando un figlio adolescente si trova alle prese con le prime cotte, per un genitore può essere difficile trovare il giusto equilibrio tra vicinanza e rispetto degli spazi. Le emozioni di questa età sono spesso travolgenti, e ciò che per un adulto appare passeggero, per un ragazzo può avere la forza di un grande amore che sfida l'eternità. Come ricordano gli esperti di Psychology Today, è pertanto molto importante non sottovalutare né banalizzare i sentimenti, ma riconoscerli come reali e autentici, rassicurando i giovani sul fatto che ogni emozione, per quanto intensa o dolorosa, fa comunque parte del percorso di crescita.

Adolescenti depressi
Le questioni di cuore possono trasformarsi in un terremoto per tutta la famiglia

Il primo passo dovrebbe dunque essere ascoltare senza giudicare, lasciando che il ragazzo o la ragazza possa esprimersi liberamente. Battute o commenti ironici non creano complicità, ma rischiano di causare una chiusura in se stessi, mentre un atteggiamento di attenzione sincera aiuta a sentirsi accolti e compresi. Mostrare interesse non significa però fare domande insistenti o trasformare la conversazione in un interrogatorio: basta un tono leggero e rispettoso per fargli capire che ciò che prova è importante.

Anche condividere episodi della propria adolescenza può rivelarsi utile, perché normalizza le emozioni e crea un senso di vicinanza. Allo stesso tempo, è però fondamentale concedere ai figli la giusta dose di autonomia: le prime esperienze sentimentali appartengono in primo luogo a chi le vive, e il compito del genitore è osservare senza dirigere. Insomma, non si tratta di un compito affatto semplice, dove l'equilibrio tra supporto, comprensione e indipendenza rappresenta la chiave per gestire al meglio la situazione.

Prime cotte di un figlio adolescente: gli errori che un genitore non deve fare

Se l'atteggiamento empatico e aperto da parte di mamma e papà può sicuramente rivelarsi una risorsa preziosa, esistono tanti comportamenti apparentemente innocui che rischiano invece di creare distanza o conflitti nel rapporto con i giovani infatuati. Come già accennato, ridicolizzare o banalizzare i sentimenti, con frasi come "tanto passerà", può ad esempio ferire profondamente e minare la fiducia reciproca. Anche un'eccessiva invadenza, fatta di controlli continui o domande pressanti, alimenta ribellione e spinge l’adolescente a nascondere parti di sé. Non meno rischioso è il confronto con altri: paragonare le esperienze del figlio a quelle dei fratelli o dei coetanei può generare frustrazione e senso di inadeguatezza.

Le prime cotte sono un affare serio per gli adolescenti. Per questo è giusto dare loro tutta l’attenzione che meritano
Le prime cotte sono un affare serio per gli adolescenti. Per questo è giusto dare loro tutta l’attenzione che meritano

Allo stesso modo, ignorare la questione o fingere che non stia accadendo nulla potrebbe far sentire l'adolescente  poco considerato. Infine, svalutare la persona che gli piace, magari con giudizi negativi sul suo aspetto o sul suo comportamento, rischia di incrinare il rapporto di fiducia e di spingerlo a difendere quella relazione con ostinazione, anche se poco adatta a lui.

Quando è necessario un intervento più deciso

Le prime cotte adolescenziali, nella maggior parte dei casi, rappresentano esperienze positive che aiutano a sviluppare empatia, capacità relazionali e consapevolezza emotiva. Ci sono però situazioni che meritano maggiore attenzione da parte dei genitori. Se compaiono segnali di disagio o dinamiche disfunzionali, non è bene restare a guardare. Un intervento più deciso diventa necessario quando la relazione mostra tratti di eccessiva gelosia, controllo o isolamento dal gruppo di amici, sia che questi comportamenti vengano subiti sia che siano messi in atto dal figlio stesso. Anche la presenza di violenza verbale nel rapporto tra fidanzati, sia essa psicologica o fisica, non deve essere sottovalutata, così come i segnali di ansia, depressione o calo dell’autostima legati al rapporto sentimentale.

Un segnale allarmante si palesa poi quando il legame interferisce pesantemente con la scuola, le amicizie o la vita familiare, o quando emerge un forte squilibrio di potere, con dinamiche manipolatorie. In tutte queste situazioni, è giusto che un genitore renda più incisiva la propria posizione.

Se la relazione presenta tratti disfunzionali o tossici, non bisogna temere di intervenire
Se la relazione presenta tratti disfunzionali o tossici, non bisogna temere di intervenire

Come suggerito anche da alcuni psicologi intervenuti nel marzo 2025 sulla CNN, impedire di punto in bianco di frequentare "l'amore tossico" non sembra però essere la soluzione migliore: il rischio è innescare una reazione contraria e rafforzare ancora di più la relazione disfunzionale. Molto meglio intavolare un dialogo costante, anche ricorrendo a toni duri e schietti, per mostrare ai figli e alle figlie gli elementi problematici del rapporto e fare in modo che aprano gli occhi autonomamente. Probabilmente all'inizio ci saranno grida, pianti e porte sbattute, ma alla lunga il seme della consapevolezza potrebbe germogliare.

Infine, se la situazione appare sempre più grave, si può pensare di coinvolgere figure educative o psicologi per aiutare a offrire un sostegno adeguato. L'obiettivo non è ovviamente quello di ostacolare l'adolescente nell'inseguire i suoi sentimenti, ma proteggerlo e accompagnarlo nella comprensione di ciò che significa costruire una relazione sana e rispettosa.

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