A quanti mesi i bimbi iniziano a stare in posizione seduta e come aiutarli a farlo

Lo sviluppo motorio dei neonati segue un percorso graduale fatto di tappe fondamentali, tra cui l’acquisizione della posizione seduta. In genere, i bambini iniziano a mantenersi seduti da soli entro i primi sei mesi di vita. Tuttavia, questo traguardo non deve essere considerato come un obiettivo rigido: ogni bambino ha tempi e modalità propri, influenzati dal suo sviluppo globale.
A spiegare Fanpage.it il processo che porta il neonato a sedersi è il dottor Domenico Curci, ortopedico dell’Unità operativa di Ortopedia pediatrica all’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio."È importante non concentrarsi solo sul momento in cui il bambino riesce a stare seduto, ma su tutto il percorso che lo precede, che è altrettanto importante", ha ricordato Curci. "Dalla capacità di sollevare il capo al rotolamento, ogni passaggio contribuisce a sviluppare la muscolatura necessaria per sostenersi da seduti". I genitori possono però giocare un ruolo attivo in questo processo, non forzando la mano o cercando di accelerare i tempi, ma incoraggiandone lo sviluppo attraverso stimoli quotidiani e semplici esercizi come il Tummy Time.
A quanti mesi i bimbi iniziano a star seduti
In media, i bambini iniziano a mantenere la posizione seduta in modo autonomo tra i 5 e gli 8 mesi. Tuttavia, sottolinea il dottor Curci, non bisogna preoccuparsi se un bambino a 5 mesi non si mostra ancora pronto a provare la posizione seduta: ogni bimbo ha un proprio ritmo. "Quel che conta è che, nei mesi precedenti, abbia raggiunto le tappe necessarie a sviluppare la muscolatura del tronco e del collo" sottolinea l'esperto.

I primi segnali arrivano infatti intorno ai 3-4 mesi, quando il piccolo comincia a sollevare la testa. Successivamente, nelle settimane e nei mesi successivi, i piccoli iniziano a sperimentare sempre più movimenti e posizioni, dal rotolamento al supporto sugli avambracci, passando la coordinazione occhio-mano. Tutti passaggi che predispongono al controllo del tronco, essenziale per sedersi.
Come aiutare il proprio bambino a star seduto: gli esercizi e accorgimenti utili
Per favorire il raggiungimento della posizione seduta senza forzature, è importante stimolare gradualmente il bambino, nel rispetto dei suoi tempi. Il dottor Curci suggerisce alcune attività utili:
- Tummy Time, i brevi intervalli di tempo a pancia in giù: questa è la pratica più utile e si dovrebbe iniziare fin dai primi giorni di vita. «Posizionare il bambino a pancia sotto sul petto del genitore o su una superficie sicura lo aiuta a rafforzare i muscoli del collo, del dorso e delle braccia». All’inizio si limita a girare la testa, poi impara a sollevarla, poggiarsi sui gomiti e infine sulle mani.
- Posizioni semi-sedute durante lo svezzamento: verso i 4-5 mesi, quando iniziano le prime pappe, il seggiolone aiuta il bambino a familiarizzare con la postura seduta, purché ben supportato e senza pressioni. I tempi di permanenza su oggetti simili non devono però essere troppo lunghi, poiché il sostegno fornito dal seggiolone non stimola il piccolo a provare a mantenere la posizione seduta in modo autonomo
- Supporto leggero durante i tentativi spontanei: quando il bambino prova da solo a sollevarsi, è possibile aiutarlo ponendosi alle sue spalle o creando un ambiente sicuro intorno a lui, senza obbligarlo a rimanere seduto se non è ancora pronto.
Da evitare, invece, pratiche per forzare il bambino a stare seduto tenendolo o inserendolo troppo presto in seggiolini e sdraiette: "Se non è pronto, tende a incurvarsi in avanti perché non ha ancora sviluppato il tono muscolare necessario", ha raccomandato Curci.

Il bimbo non riesce a star seduto: consulta il pediatra
Se il bambino non è ancora in grado di stare seduto da solo dopo il nono mese, è opportuno confrontarsi con il pediatra. "È importante non allarmarsi subito, ma valutare il quadro generale dello sviluppo", chiarisce Curci. Dopo una prima osservazione, il pediatra può poi indirizzare i genitori verso uno specialista in neuropsichiatria infantile – ovvero il neurologo pediatrico – per approfondire eventuali difficoltà motorie o condizioni sottostanti come ipotonia muscolare (flaccidità dell'apparato muscolare) o paralisi cerebrali infantili.
Anche un ambiente povero di stimoli può rallentare lo sviluppo motorio: la permanenza in box o lettini dove il bambino ha sottomano tutti i giochi e i peluche di cui dispone, limita le occasioni per muoversi e raggiungere oggetti, fondamentali per lo sviluppo muscolare e cognitivo. "I bambini devono essere stimolati nel modo giusto, con presidi adeguati e nei tempi corretti. Lo sviluppo della posizione seduta è un passaggio naturale che deve avvenire con il supporto, non con la forzatura", conclude il dottor Curci.