A che età iniziano a vedere i neonati? Ecco come si sviluppa la vista

Quando si presenta al mondo dopo il parto, la vista di un neonato è ancora tutta da costruire. L’apparato visivo è strutturalmente presente, ma le sue capacità sono ancora molto immature: i bambini appena nati non vedono nitidamente, non distinguono i colori e riescono a mettere a fuoco solo a brevissima distanza. Con il tempo, però, questa funzione fondamentale si affina progressivamente, seguendo il ritmo dello sviluppo neurologico e sensoriale generale. A spiegare questo percorso a Fanpage.it è la dottoressa Paola Lago, direttrice della Terapia Intensiva e Patologia Neonatale dell’Ospedale di Treviso.
Cosa vedono i bambini appena nati
Nei primi giorni di vita, un neonato vede come se si trovasse immerso in un acquario: le immagini sono sfocate, i contorni incerti, i colori inesistenti. L’acuità visiva si attesta attorno a 0,5 decimi (contro i 10 decimi che rappresentano lo standard di una vista normale per un adulto), e la capacità di mettere a fuoco si limita a una distanza di circa 20-25 cm, più o meno quella che separa il volto della mamma durante l’allattamento.
"In questa prima fase – ha spiegato la dottoressa Lago – il neonato distingue solo figure ad alto contrasto, preferibilmente in bianco e nero: volti, linee nette, sagome scure. È anche in grado di fissare l’immagine e di essere attratto dal volto della madre, anche se la percezione è più che altro una sagoma che un’immagine definita".

Proprio nei primi giorni di vita, la salute dell'occhio viene valutata attraverso il cosiddetto test del riflesso rosso, che consiste nel puntare nel proiettare sull'occhio del bimbo la luce di uno strumento – l'oftalmoscopio – per osservare se questa si riflette un bagliore rosso nelle pupille. Se ciò accade, significa che la struttura dell'occhio è sana e dotata della giusta trasparenza. Se invece la luce rossa non viene riflessa, allora potrebbe essere il sintomo di un problema nel mezzo diottrico. "Può essere che ci sia una cataratta congenita, un glaucoma o un tumore", ha chiarito l'esperta. "Sono situazione rare, ma a volte si verificano".
Com’è la vista dei bambini nei primi mesi di vita
Con il passare delle settimane, la vista inizia a migliorare, accompagnando lo sviluppo della retina e delle vie nervose che trasmettono le immagini al cervello. Intorno al primo mese, il bambino comincia a differenziare i volti familiari da quelli sconosciuti: si integra la percezione visiva con quella uditiva e olfattiva, permettendo un primo, timido riconoscimento delle persone più vicine. È anche in questo periodo che, talvolta, arriva il primo sorriso sociale in risposta al volto del genitore.
La visione dei colori fa la sua comparsa verso il secondo mese, quando i coni retinici — cellule deputate alla percezione cromatica — iniziano a maturare. I primi colori che vengono riconosciuti sono il rosso, il blu, il verde e il giallo. Nei primi sei mesi di vita, l’acuità visiva migliora sensibilmente, passando da 0,5 a circa 8 decimi. È il momento in cui il bambino riesce a seguire con lo sguardo un oggetto in movimento, a fissare immagini via via più dettagliate e a reagire con maggiore consapevolezza agli stimoli visivi.

Quando la vista di un bambino è completamente sviluppata
Il primo anno di vita rappresenta un periodo cruciale per lo sviluppo visivo. Se nei primi mesi si gettano le basi, verso l’anno di età il bambino ha ormai raggiunto una visione piuttosto nitida. A quell’età si può già eseguire un primo controllo oculistico – anche attraverso test specifici come le tavole di Teller, che sfruttano la preferenza visiva del bambino per figure a righe rispetto a superfici neutre – per escludere problemi o difficoltà.
Tuttavia, la maturazione definitiva della vista — intesa come integrazione della percezione visiva con tutte le altre funzioni cognitive e sensoriali — avviene nel corso della prima infanzia, intorno ai 3-4 anni. Proprio in questo periodo, se il bambino collabora, è possibile misurare in modo più preciso l’acuità visiva e individuare eventuali difetti come miopia o astigmatismo. Proprio per questo, prima dell’ingresso a scuola, è consigliata una visita oculistica prescolare, utile a garantire che lo sviluppo visivo sia completo e funzionale.