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Voto su Cosentino: la Lega si spacca, il Pd contro i radicali e Berlusconi esulta

Il voto alla Camera sull’arresto del deputato del Pdl ha portato alla luce spaccature interne ai partiti e malumori diffusi che hanno provocato non poche reazioni che lasceranno il segno anche per il futuro.
A cura di Antonio Palma
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Il voto alla Camera sull'arresto del deputato del Pdl ha portato alla luce spaccature interne ai partiti e malumori diffusi che hanno provocato non poche reazioni che lasceranno il segno anche per il futuro.

Per 11 voti di scarto la Camera dei deputati ha respinto la richiesta di arresto per Nicola Cosentino, ma la decisione finale sul voto del deputato del Pdl ha lasciato strascichi politici che dureranno a lungo. La Lega dopo il voto favorevole in Giunta si è spaccata in due e a seguito di un acceso dibattito interno ha optato per la libertà di scelta in Aula. Ma dalle indiscrezioni uscite fuori dalla riunione del Carroccio sembra che siano volate parole grosse tra i due gruppi di leghisti e qualcuno è anche arrivato alle mani. Alla fine ha prevalso la linea di Bossi che in questi ultimi giorni era stato incalzato dall'ex alleato Berlusconi, che ora canta vittoria. "Un voto di giustizia" lo ha definito l'ex Premier che si è battuto fino all'ultimo per l'esito finale, sicuro che "questa sarebbe stata la decisione del Parlamento che non poteva rinunciare alla tutela di se stesso".

Del resto l'esultanza del Pdl è comprensibile visto il voto in Giunta e le dichiarazioni dei gruppi parlamentari che non facevano ben sperare per Cosentino. Ma complice anche il voto segreto, chiesto dagli stessi deputati del Popolo della Libertà, alla fine l'esito è stato vittorioso. Nel Pdl è da ieri che serpeggiava un'aria ottimistica con il deputato Milanese che addirittura conteggiava la vittoria in circa quattro voti di scarto, non lontano dal risultato di oggi. Dal Pdl sono riusciti a recuperare molti voti, puntando soprattutto sulle divisioni leghiste, ma anche su qualche onorevole di centro ben disposto verso le questioni giudiziarie. Certo è che le dichiarazioni in Aula da parte di Paolini, lo stesso che in Giunta aveva votato sì all'arresto per Cosentino, tutto sembravano fuorché una libertà di scelta per i colleghi del Carroccio.

Anche sul fronte opposto, però, le cose non sono andate nel modo giusto con i radicali che continuano a fare gruppo a parte rispetto al partito con cui sono stati eletti, il Pd, e stanno diventando un vero e proprio problema per i Democratici visto che in molti casi, come oggi, il loro voto può risultare decisivo. Il malcontento arriva soprattutto dagli ex centristi della Margherita, Rosy Bindi ad esempio è stata chiara affermando "non posso che sottolineare ancora una volta la scorrettezza del loro comportamento". Insomma un voto importante che alla fine si è trasformato in una sorta di resa dei conti tra ex alleati di governo, attuali compagni di partito e futuri colleghi di coalizione.

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