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Unioni Civili, Renzi: “Pronti a mettere la fiducia”. Martedì decisione definitiva

Renzi all’assemblea del Partito Democratico: “Il passaggio sulle unioni civili è numericamente delicato: se è vero che vogliamo trovare un punto di caduta tra noi è altrettanto vero che i numeri al Senato non sono quelli dei giornali: siamo 112 noi, 218 gli altri gruppi”. Martedì si decide, sul tavolo anche l’ipotesi fiducia dopo accordo con Alfano.
A cura di Redazione
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Ore 15:15 – La replica di Matteo Renzi si apre tenendo conto degli interventi precedenti, ma con una stoccata polemica nei confronti di chi "vuole fare male al PD con squallidi giochi, fregandosene dei cittadini italiani". Per il segretario del PD, la decisione definitiva sul tema arriverà martedì, durante la riunione del gruppo del Partito Democratico al Senato: "Io ho dato la disponibilità a partecipare, vedremo di chiuderla in quella sede".

Sostanzialmente, dunque, il PD cercherà un accordo con gli alleati di Governo per poter poi successivamente utilizzare la questione di fiducia su un maxiemendamento alla legge Cirinnà. 

A tre giorni dal voto sul ddl Cirinnà il Partito Democratico tira le somme e tenta di ricucire gli strappi tra area progressista – che intende licenziare il provvedimento con la norma sulla stepchild adoption – e i cosiddetti "cattodem", che da settimane si oppongono al provvedimento tanto da aver ottenuto di poter votare "secondo coscienza". La questione appare dunque delicata e Matteo Renzi, premier e segretario del PD, ha ammesso: "Il passaggio sulle unioni civili è numericamente delicato: se è vero che vogliamo trovare un punto di caduta tra noi è altrettanto vero che i numeri al Senato non sono quelli dei giornali: siamo 112 noi, 218 gli altri gruppi. Si fa come vogliamo noi se puntiamo alla minoranza". "La riforma delle unioni civili ci vede in difficoltà e credo che occorra il linguaggio della chiarezza: noi sappiamo che oggi in Italia c’è ancora un po’ di paura su questo tema e vorremmo dirvi con rispetto: che paura possono fare due persone che si amano, vogliono dei diritti.

A me fanno paura quelli che si odiano non quelli che si amano". Infine un attacco al Movimento 5 Stelle, con cui ammette di aver cercato un'interlocuzione: "Visto com'era la situazione, abbiamo deciso di fare l'accordo con Grillo e i Cinque stelle. Basta farci del male: non ci saremmo mai perdonati di fare quel tentativo. Capisco la sindrome Lucy e Charlie Brown, quella di staccarsi dal padrone all'ultimo minuto. Ma loro hanno l'obiettivo fare il male del Pd, noi abbiamo l'obiettivo di fare il bene dell'Italia. Sappiamo che c'è un tentativo chiaro di riaprire la discussione sulle unioni civili e non approvare la legge neanche nel corso del prossimo anno. Si deve provare a raggiungere un accordo di governo immaginando un emendamento sul quale dobbiamo essere pronti anche a mettere la fiducia".

In apertura dell'assemblea del Partito Democratico Renzi ha dedicato un pensiero a Giulio Regeni e Valeria Solesin e inviato n messaggio al governo egiziano: "Noi dagli amici vogliamo la verità, sempre, anche quando fa male. Vogliamo i responsabili, quelli veri, con nome e cognome, e vogliamo che paghino. Abbiamo promesso alla mamma e al papà di Giulio che saremmo andati fino in fondo e confermo che non faremo nessun passo indietro". "Se qualcuno pensa – ha proseguito Renzi – che in nome del politicamente corretto noi possiamo accontentarci di una verità artificiale e raccogliticcia sappia che non c'è verità di comodo, non c'è business che tenga, non c'è diplomazia che tenga".

Il premier ha dedicato un lungo passaggio all'Europa e alle ultime frizioni con il presidente della Commissione Europea Juncker: "L’Italia è presente in Europa non solo per battere i pugni sul tavolo e protestare, sta presentando proposte: il documento di Padoan esce domani". Secondo Renzi l’Europa, differentemente degli Stati Uniti di Obama, "non ha fatto crescere l’occupazione e ha ridotto la speranza dei giovani. È ferma e ha bisogno di essere rimessa in moto. Serve una strategia economica non basata sugli egoismi di qualche paese dominante. Si deve avere la consapevolezza che o si ha il coraggio di tornare a pensare in grande o l’Europa diventerà un fastidioso giochino burocratico".

 
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